Novamarine HD 120 FB

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Novamarine: nuovo cantiere e più RIB made in Costa Smeralda

Battello pneumatico

09/04/2019 - 13:46

Nel panorama dei costruttori di battelli pneumatici, Novamarine è sicuramente uno dei brand che può vantare maggiore appeal sul mercato. La sua diffusione nel mondo degli appassionati di nautica ma anche fra chi dei gommoni fa un uso professionale, è sicuramente vasta, grazie alle migliaia di esemplari venduti in tutto il mondo. Modelli che spaziano dai pratici natanti per uso vacanziero ai tender di grandi yacht, dalle support boat sui campi di regata ai veloci e lussuosi cruiser, dai mezzi professionali utilizzati nei porti turistici alle unità per le marine militari di mezzo mondo, i Novamarine sono stati declinati in mille modi, ma sempre tutti realizzati sulla base di un elemento comune: la loro grande qualità.

Un fattore distintivo che il new deal di Novamarine, di fatto iniziato con l’acquisizione del marchio da parte dei fratelli Andrea e Francesco Pirro – già titolari di SNO Yachts, uno dei maggiori player della cantieristica nautica after sales e refit presenti in Sardegna e nel Mediterraneo - nel 2013, non ha fatto altro che enfatizzare, portando sul mercato gamme di prodotto che rappresentano per molti versi il termine di paragone al quale rifarsi quando sul mercato si cercano RIB e tender dai contenuti superiori.

Abbiamo incontrato Francesco Pirro, CEO di B Shiver srl, società cui fa capo il marchio Novamarine, per una un’intervista nella quale abbiamo cercato di mettere a fuoco lo stato dell’arte del cantiere, dei suoi modelli e gli sviluppi per il prossimo futuro.

È corretto dire che la vostra Novamarine è un’azienda che si è sviluppata in continuità con la sua storia?

In termini qualitativi sicuramente sì. Quando siamo partiti con il nostro progetto, lo abbiamo fatto con il contributo fondamentale di diverse figure professionali, soprattutto tecnici, che già avevano avuto esperienze in Novamarine. Con loro abbiamo, come prima cosa, sviluppato e migliorato il know-how che caratterizzava i battelli. Quei plus tecnologici che erano stati la forza del marchio, sono divenuti la solida base sulla quale progettare i nuovi concept, i nuovi modelli Novamarine.

Avete sorpreso un po’ tutti iniziando a proporre subito RIB molto grandi, maxi tender ma soprattutto dei veri e propri cruiser realizzati alla stregua degli yacht di lusso, i Black Shiver, capaci di “stregare” diversi armatori di rango.

La nostra Novamarine è partita in un momento molto delicato, quando la crisi della nautica, specie in Italia, stava vivendo il suo apice. Analizzando il momento, mettendo in campo l’esperienza ultra trentennale che abbiamo nel settore, maturata sia nell’ambito del brokerage che dei servizi, abbiamo capito che per avere successo si poteva, anzi, si doveva osare puntando su qualcosa di nuovo, diverso in termini di contenuti e di design, rispetto al concetto di gommone ma anche rispetto allo stereotipo di motoryacht. Abbiamo voluto fare dei Black Shiver le barche ideali per tutti quegli armatori di superyacht che al tempo stavano decidendo di vivere una nuova fase della loro passione per il mare e la navigazione, interessati ad affiancare alle loro navi da diporto, scafi più piccoli in termini dimensionali ma comunque in grado di sottolineare esclusività, e che consentissero loro un maggiore contatto col mare. Sono battelli full custom, nel senso che noi offriamo carene di diverse metrature ma poi il loro allestimento può essere richiesto con un livello di personalizzazione totale. Un aspetto, questo, che li rende perfettamente adatti all’utilizzo come maxi tender, chase boat, day cruiser oppure come motoryacht.

Quella del down size, di passare da un superyacht a un’imbarcazione, sembra una tendenza tuttora in auge fra gli armatori.

Direi proprio di sì e credo anche che il trend proseguirà.

Presenterete a breve dei nuovi Black Shiver?

Ne stiamo costruendo diversi, a partire da una nuova ammiraglia di 24 metri, poi un nuovo 16 metri, un nuovo 18… che alla fine andranno a comporre una gamma di otto modelli compresi fra 8,5 e 24 metri. Tutto ciò nell’ottica di offrire agli armatori un range di prodotti articolato capace di soddisfare le esigenze di ciascuno.

Mi ha parlato della loro totale personalizzazione: vale anche per le motorizzazioni?

Abbiamo diverse opzioni, a seconda delle dimensioni degli scafi. Quelli più piccoli sono fuoribordo, ma la crescita delle loro potenze cui stiamo assistendo, sta aprendo nuovi scenari. Abbiamo già utilizzato coppie di fuoribordo Seven V8, che con i loro 627 HP sono i più potenti attualmente sul mercato, ma non abbiamo problemi a realizzare anche installazioni quadruple sia con i Mercury, i nuovi Verado da 400HP, sia con i Yamaha V8 XTO Offshore da 425 HP. Per quello che riguarda i modelli più grandi, dal 18 metri in su, offriamo anche l’opzione delle propulsioni con eliche di superficie oppure con idrogetti. Il cliente ci deve solo far sapere quali sono i target di velocità e autonomia che vuole raggiungere e noi siamo in grado di proporgli la soluzione ottimale.

In realtà i Black Shiver non possiamo considerarli dei normali gommoni, nel senso che i loro tubolari non sono pieni d’aria ma di materiale espanso…

È una caratteristica tecnica che fa parte di quel know-how di cui sopra che, rispetto alla linea TUG - acronimo di Tecnology Ultra Generation ndr - delle precedenti generazioni di Novamarine, è stata ulteriormente sviluppata per raggiungere livelli prestazionali e di affidabilità ancora superiori. Se lei guarda i normali maxi RIB, quelli pneumatici, noterà che i loro tubolari hanno una funzione che si limita a proteggere la barca dagli urti, quasi come fossero un grosso bottazzo perimetrale, ma non toccano l’acqua, non danno nessun contributo al progetto idrodinamico, demandato, invece, alla sola carena. Avere tubolari pieni di materiale espanso porta diversi plus ai nostri Black Shiver, in primis proprio in termini idrodinamici, perché i tubolari possiamo sagomarli a necessità affinché le loro sezioni poppiere restino a contatto con l’acqua, anche col mezzo lanciato a tutta velocità. Senza entrare nel dettaglio tecnico, le assicuro che questa soluzione cambia radicalmente l’efficienza del battello in ogni condizione. E poi, sempre a proposito della sagomatura dei tubolari, possiamo dare loro un profilo a D, in modo da recuperare un sacco di spazio interno allo scafo.

Riempirli di materiale espanso ne aumenta anche la resistenza...

Non solo sono più robusti perché non si forano, ma rendono la barca realmente inaffondabile. Prestazioni e robustezza superiori, maggiore versatilità dovuta al maggiore spazio interno, inaffondabilità, sono d’altronde quelle stesse caratteristiche che hanno fatto scegliere la nostra linea Novamarine Professional a diversi corpi militari che per svolgere i loro compiti, le assicuro, hanno davvero la necessità di scegliere il meglio.

Che tipo di tessuto gommato utilizzate per i tubolari?

Non è il classico tessuto gommato ma un materiale molto particolare, messo a punto per noi da un’azienda il cui core business è quello dei nastri trasportatori. Ha una durevolezza nettamente superiore rispetto ai classici tessuti gommati, già molto più consistenti rispetto al neoprene, e dopo una lunga fase di sviluppo e ricerca è stato reso malleabile al punto da poter essere modellato per le nostre esigenze costruttive, senza subire cali di performance in termini di resistenza.

Quanti battelli producete ogni anno?

Non abbiamo mai voluto competere sul mercato facendo produzioni elevate, mentre abbiamo sempre puntato a offrire una qualità superiore, quella che si può garantire solo costruendo con una tiratura limitata. Per questo abbiamo tarato il cantiere su una capacità produttiva di una trentina di esemplari l’anno. Un numero che attualmente comprende oltre ai Black Shiver e alle barche professionali, anche la linea sportiva HD – tre modelli da 8,5 a 12 metri tecnicamente simili ai Black Shiver, con i tubolari pieni, ma con un allestimento di base quasi spartano, da barca semiprofessionale, comunque sempre implementabile a piacimento – e gli RH, dei quali al momento realizziamo solo due modelli, un 7 e un 10 metri. In questo caso si tratta di RIB convenzionali, ma sempre dei veri Novamarine in termini di qualità. Le loro carene sono sempre realizzate utilizzando resina vinilestere e kevlar, come quelle degli altri Novamarine.

Però ho letto che state costruendo un nuovo cantiere a Olbia, quindi immagino che la tiratura aumenterà.

Con la nuova struttura di Olbia – sorgerà sui terreni di Su Arrasolu, meglio conosciuti come ex Palmera – che sarà su una superficie coperta di 8.000 mq, una volta a regime potremo arrivare a produrre una sessantina di unità, perché la richiesta di Novamarine è molto elevata e vogliamo accontentare più armatori, ma sicuramente non andremo oltre tale soglia proprio per continuare a proporre la massima qualità. Tenga presente che nei nostri stabilimenti, per lo stesso motivo, realizziamo tutto ciò che si trova a bordo delle nostre imbarcazioni, compresi gli acciai, e questo ci dà un controllo totale sulla produzione e sulla qualità.

Ci saranno anche nuove gamme Novamarine?

Stiamo progettando una nuova linea di piccoli tender, molto particolari a partire dalla loro propulsione che sarà jet. Saranno tender evoluti, capaci di conciliare bellezza delle forme con le funzionalità specifiche che un armatore richiede al proprio battello di servizio: velocità negli spostamenti, protezione dagli spruzzi durante la navigazione, molto spazio interno per trasportare agevolmente passeggeri e cose, ma soprattutto essere in grado di far star bene, comodi i suoi ospiti quando viene utilizzato per andare a fare il bagno in una caletta, lì dove con lo yacht non possono arrivare.

Raddoppiando la capacità produttiva avrete bisogno di un maggior numero di operai, tecnici, progettisti…

Certo, faremo delle assunzioni portando occupazione in un’area geografica dove di lavoro ce n’è poco ed è per di più stagionale. Da imprenditore non posso che essere soddisfatto, così come soddisfatte sono le istituzioni locali e regionali. Novamarine, che opera in Sardegna dal 1983, viene percepito dalla gente come una sorta di orgoglio sardo, un brand che ha successo nel mondo e che stiamo ulteriormente facendo crescere.

 

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