Beneteau Barracuda 9

Beneteau Barracuda 9

Beneteau Barracuda 9, il pescatore: il test di PressMare

Barca a motore

24/11/2018 - 17:51

Il barracuda è un pesce cacciatore, a tal proposito Wikipedia recita: “i barracuda hanno una meritata reputazione di predatori insaziabili e feroci”. Il Barracuda 9 di Beneteau, ammiraglia della linea omonima che il cantiere francese dedica ai pescatori, si prefigge di rendere ogni hangler efficace come l’affilato pesce marino.

Le linee d’acqua, sviluppate dal reparto di architettura navale interno a Beneteau, per ottimizzare i costi di ricerca, di sviluppo e costruzione sono le stesse dell’Antares 9, modello di punta della gamma di piccoli cruiser motorizzati fuoribordo. Una soluzione che ha il vantaggio di alleggerire il prezzo finale di entrambi i modelli perché si hanno due barche differenti, ma con un sola carena, un solo stampo, una sola linea produttiva. Le similitudini tra le due gemelle diverse, però, finiscono qui. Nel Barracuda 9 tutta l’impostazione è pensata sulle esigenze di chi pesca. La coperta è lasciata libera per potersi dedicare alla propria attività preferita girando per tutta la barca. A disposizione c’è spazio a prua, spazio sui passavanti e spazio in pozzetto dove è sistemata solo una panca che, in configurazione normale, è a ridosso del piano di lavoro e della vasca del vivo (quest’ultima posta sotto il calpestio del passaggio di diritta tra pozzetto e plancetta di poppa).

Si parlava di configurazione normale perché, se richiesta l’opzione, tale panca è traslabile su rotaie verso la sovrastruttura; in più, dalle murate del pozzetto si aprono altre due panche, una per lato, così come una quarta viene fuori dallo specchio di poppa, in questa maniera è possibile avere una zona pranzo, utilizzando il tavolo che può essere tenuto nel grande gavone sotto il pozzetto, oppure uno spazio prendisole: anche i pescatori possono voler regalare una giornata da bagnanti agli amici che non pescano. Per completare le possibilità offerte dalla poppa, anche lo specchio di poppa è pivotante verso prua per poter alzare i piedi dei due motori fuoribordo. Nel caso specifico i propulsori presenti nella barca in prova sono due Suzuki DF 250 APX (la X indica il gambo da 25 pollici), offerti in package in seguito all’accordo nato tra il produttore del Sol levante e il cantiere francese.

Il Suzuki DF 250 APX ha un’unità termica da 3.614 cc ripartiti su sei cilindri a V con bancate inclinate di 55°, dotato di quattro valvole per cilindro e di sistema Suzuki VVT a fasatura variabile della distribuzione, in grado di ottimizzare coppia ed erogazione a tutti i regimi. È un propulsore che segue una filosofia progettuale e costruttiva volta a far convivere tre caratteristiche fondamentali in grado di portarlo ai vertici nell’ambito dei fuoribordo di pari potenza: massime prestazioni, minimi consumi e una gestione quanto più semplice da parte dell’utente, rispecchiando sostanzialmente l’identità che Suzuki ha voluto conferire alla propria gamma di fuoribordo.

Con buona parte della gamma condivide il Suzuki Lean Burn Control - letteralmente il “controllo della combustione magra” - che consente di massimizzare il rendimento dell’unità termica e quindi le sue prestazioni, attraverso il miglioramento della combustione ottenuto ottimizzando istante per istante il rapporto aria/benzina. Grazie a tale specifica elettronica consegue un miglioramento dei dati riguardanti le emissioni e i consumi. Un dettaglio tecnico che rende unico il Suzuki DF250 APX rispetto al mercato è il sistema di trasmissione esclusivo denominato Suzuki Selective Rotation, soluzione d’avanguardia in termini progettuali ma elementare nella pratica, che rende più facilmente rivendibile il motore. Il sistema consente, infatti, allo stesso propulsore di poter funzionare indipendentemente con rotazione verso destra o verso sinistra, senza dover acquistare una versione specifica altrimenti indispensabile nel caso di installazioni multiple, ma potendo decidere il senso di rotazione al momento di montaggio, semplicemente agendo su un ponticello elettrico. Lo deve fare un tecnico, ma ci mette 10 secondi.

Tornando alla barca, la sovrastruttura è essenziale, dalla forma rigorosa e praticamente tutta vetro a eccezione dei piccoli montanti verticali e di alcune parti del tettuccio, con elemento centrale apribile. Oltre all’ingresso posteriore, si trovano anche due passaggi laterali per raggiungere la murata che, nel lato di dritta, ha uno sportello apribile. Da notare anche, sul modello in prova, il potente faro di ricerca installato sul tetto della tuga a prua.

L’interno è inevitabilmente luminosissimo vista la sua natura tutta trasparente: sono previste anche delle tende per oscurare nel caso si decida di avere del buio durante il giorno o semplicemente un po’ di intimità. Interessante il tavolo della dinette, adatto per mettere seduti a tavola tre adulti, che a riposo è tenuto contro il cielino e quando è il momento di utilizzarlo si fa scendere lungo il palo, che funge anche da tientibene, installato alle spalle della poltrona del timoniere, sotto la quale è invece sistemato il frigorifero. Il resto della cucina, con un fuoco e un lavello, è nel mobiletto a sinistra della discesa verso la cabina. A essere rigorosi le cabine sono due, ma se quella di prua è davvero spaziosa, quella sotto il pozzetto è da considerare una soluzione di emergenza o, meglio ancora, un grande gavone accessibile anche dal calpestio del quadrato. A completare i servizi, il bagno separato con rubinetto del lavello estensibile come doccia.

La plancia, ben accessoriata, nel modello in prova è arricchita dell’Electronic Pack è dotata di strumentazione Suzuki per il controllo dei motori, chartplotter-fishfinder Lowrance, che riporta anche i principali dati di velocità e consumo motori, comando del bow trhuster (opzionale).

La prova di navigazione è stata effettuata in condizioni di leggerissima onda morta, alta una ventina di centimetri, assenza di vento, tre persone a bordo e serbatoi pieni. La sensazione che dà la coppia di Suzuki DF 250 AP, pari alla massima potenza installabile, è quella di avere a che fare con un mezzo brillante e pronto a scattare al comando della manetta elettronica, non un dragster, ma un sicuro compagno per affrontare lunghe navigazioni considerando che a 22 nodi si naviga per 157 miglia con i 400 litri di benzina. La velocità di punta, abbiamo toccato i 43,46 nodi si raggiunge in 23 secondi partendo da fermi, mentre si arriva alla velocità di planata, che mantiene a 10 nodi, in otto secondi. Stabile nei cambi di direzione, anche repentini il Barracuda 9 di Beneteau non ama le virate troppo strette, l’elica esterna si trova molto vicino al pelo dell’acqua in quelle circostanze e ha poca presa. Il passaggio nelle onde generate da altre imbarcazioni in prova, quindi ripide e alte una quarantina di centimetri, non è quasi avvertito. Insomma, un mezzo assolutamente indicato per chi ha la pesca nel proprio DNA.

Il prezzo parte da 65.800 euro, tasse incluse con equipaggiamento di base. Il modello in prova con i due Suzuki DF 250 APX, era nella versione Fishing Edition Barracuda Tour che comprende il circuito 220 V e il caricatore da banchina, il frigo da 60 litri, la piattaforma di poppa estesa, salpancora elettrico, piano da lavoro sulla struttura poppiera, sei portacanne per esterni, cinque portacanne a soffitto per l’interno, il kit Railblaza per le canne, la pompa per lavare il ponte, la vasca del vivo, il pack elettronica Upgrade con il multifunzione Lowrance da 12 pollici HDS Carbon e sensori HDI, le panche pieghevoli in pozzetto, il bow thruster, il tavolo da pozzetto, le luci di cortesia in pozzetto e in timoneria, il faro di coperta, la predisposizione per l’installazione dei due motori Suzuki, il prezzo è circa il doppio: 130.300 euro.

Dati tecnici

Lunghezza fuoritutto: 8,91 m - Lunghezza scafo: 7,98 m – Larghezza massima : 2,95 m - Dislocamento a vuoto (EC): 4.353 kg - Altezza dal galleggiamento: 2,78 m - Pescaggio (Min/Max): 0,60/0,90 m - Serbatoio benzina: 400 l - Serbatoio acqua (Opzionale): 100 l

Potenza massima motori: 500 CV - Categoria CE: B4/C10 - Architettura navale: BENETEAU POWERBOATS - Design esterni e interni: SARRAZIN DESIGN

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