Lo schema Hybrid Marine Solution dell'Adler Suprema

Lo schema Hybrid Marine Solution dell'Adler Suprema

barche ibride, cosa offre il mercato

Superyacht

31/07/2018 - 10:56

Fatto salvo che l’impatto della nautica da diporto sulla natura è un fattore molto relativo rispetto all’enormità del problema inquinamento, non per questo chi ha una barca manca di consapevolezza e coscienza verso i problemi ambientali. Anzi, spesso chi va per mare è il primo ad averne cura, a rispettarlo. Quindi, anche se per navigare a motore è ineluttabile il ricorso al carburante liquido – altre soluzioni allo stato dell’arte sono solo sperimentali - si cerca di utilizzarne il meno possibile anche attingendo all’energia elettrica. Grazie a sistemi così detti ibridi, tale riserva di energia accumulata in batterie può essere utilizzata per: percorrere brevi tratti in modalità totalmente elettrica, a “emissioni zero”, manovrando in marina o per accedere a un parco marino; navigare in modalità ibrida, dove l’apparato elettrico contribuisce a fornire potenza alla propulsione; restare in rada per la notte con lo yacht efficiente anche a motori e generatori spenti, perché il fabbisogno energetico viene completamente soddisfatto dalle batterie. Anche se si usa carburante, se ne utilizza comunque meno in virtù della maggiore efficienza dell’ibrido.

All’inizio del terzo millennio sono comparse le prime soluzioni ibride per diporto, che rispetto ai sistemi conosciuti nelle auto hanno una sostanziale differenza. Anche se entrambe le applicazioni prevedono un lavoro coordinato fra motore tradizionale ed elettrico, su strada la catena cinematica recupera energia. Con l’auto in discesa, in rilascio o in frenata, il sistema ibrido produce e immagazzina elettricità e la conservata per renderla disponibile all’abbisogna. In mare, invece, non ci sono discese e nemmeno freni per poter ricaricare le pile alla barca.

L’elettricità per far navigare un motoryacht ibrido deve essere quindi prodotta per lo più da un motore a scoppio, propulsore e/o generatore, secondo il fabbisogno quotidiano. Nella maggior parte dei sistemi ibridi per la nautica i kilowatt erogati dal motore elettrico giungono alle eliche per la propulsione, attraverso sistemi di trasmissione meccanica, gli stessi utilizzati dai motori convenzionali.

In un’imbarcazione progettata per la prevalente propulsione a vela dove l’uso del motore è sporadico e le batterie devono in pratica solo alimentare i servizi, nel bilancio energetico generale possono trovare posto con un peso significativo le energie alternative e rinnovabili prodotte a bordo, con pannelli fotovoltaici e/o turbine a vento, che vanno integrate nel sistema ibrido.

Come ulteriore tecnologia “green” finalizzata alla propulsione, su uno yacht può essere adottata anche la soluzione così detta “diesel/elettrica”, abbastanza nuova per il mondo della nautica ma sicuramente non nuova per le navi commerciali, ambito dov’è in uso da decenni. Su queste unità non ci sono i due mastodontici diesel a far girare le eliche, ma una serie di generatori a giri variabili con motori più piccoli, che hanno il compito di produrre solo elettricità, quella che serve istante per istante, senza sprechi. Un’energia che a bordo serve ad alimentare tutto, anche i motori elettrici utilizzati per il moto. Elettricità che è trasmessa dai generatori ai motori attraverso un cavo, quindi senza l’obbligo di una trasmissione meccanica, fonte di vibrazioni e di rumore. La trasmissione “via cavo”, quindi, offre ai progettisti anche la libertà di poter scegliere dove collocare la “engine room”, non più obbligatoriamente vicina alle eliche, a poppa, ma teoricamente ovunque nello scafo, in modo da impattare meno possibile sugli spazi e sul comfort di bordo.

Adler Yacht Suprema

Adler Suprema, una delle barche più tecnologiche oggi sul mercato, del brand austriaco Adler Yacht che costruisce a Monfalcone. Il personale design italiano di Nuvolari & Lenard, sposa la tecnologia “welt”, tedesca e austriaca per il suo sistema ibrido HMS. Combina la potenza di due motori diesel Caterpillar, ciascuno con 1.150 CV e due unità ad alta efficienza E-100 100 ATE, per una propulsione senza emissioni e vibrazioni fino a 11 nodi e una velocità massima fino a 30 nodi raggiungibili grazie alla funzione “booster” del motore elettrico garantita dal sistema. Questo consente, a detta del cantiere, un risparmio di carburante fino al 50% rispetto a una motorizzazione convenzionale, fattore che innalza l’autonomia di questa barca a oltre 3.500 miglia a 8 nodi, dato notevole per un motoryacht di 76 piedi di lunghezza. Contribuisce alla prestazione la costruzione in carbonio, che rende la barca più leggera.

Arcadia Yachts 85

La sua sovrastruttura completamente in vetrocamera - ogni pannello per garantire un elevato coefficiente termo-isolante contiene gas Krypton - è solo uno degli elementi che contribuiscono a rendere l’Arcadia 85 un motoryacht unico nel suo genere. Quella dei vetri è una delle soluzioni di estetico/funzionali di questa barca - 26 metri per 7,15 - dotata di carena semi-planante ad alta efficienza NPL. Nei vetri del top ha, infatti, ben 40 mq di pannelli fotovoltaici racchiusi nelle vetrocamere, capaci di generare 4,5kW di energia necessaria per il fabbisogno delle utenze di bordo.

Al moto provvedono due MAN diesel da 730 HP ciascuno per una velocità massima di 18.5 nodi, mentre a 12 nodi l’autonomia è di circa 850 miglia nautiche. È richiedibile la versione ibrida per navigare fino a 8 nodi a emissioni zero.

Sanlorenzo E Motion

E Motion è la linea con motorizzazione ibrida oppure diesel elettrica per le unità più grandi, che Sanlorenzo propone ai propri clienti. Sarà costituita sia da yacht plananti veloci in vetroresina, che potranno beneficiare del surplus di potenza fornito dall’elettrico, sia da barche più grandi, anche dislocanti in metallo come il 62 Steel che mostriamo in foto, dove l’efficienza del sistema è utilizzata per ottenere performance diverse, come riduzione di emissioni e consumi, possibilità di navigare in eco-mode, solo in elettrico, attingendo dalle batterie ecc. Il Sanlorenzo 62 Steel, che andrà in acqua nel 2020, ma verrà preceduto da altre imbarcazioni della serie E Motion, le prime due varate già nel 2018.

Perini S/Y E-volution 42 m

Perini ha recentemente annunciato la vendita di questo S/Y E-volution di 42 metri, col quale inaugura una nuova linea di barche, a vela e a motore, denominate appunto E-volution, tutte caratterizzate da propulsione ibrida. Al progetto hanno collaborato i designer di Perini Navi con lo studio americano Reichel Pugh, specialista in scafi racer/cruiser, perché la barca possa garantire anche prestazioni di rilievo. Primo Perini armato a sloop, sarà in alluminio, con chiglia sollevabile, albero in carbonio e ovviamente allestimento tutto custom made.

Columbus 40SH

Columbus 40SH, superyacht di 40 metri, è stato il primo ibrido realizzato nel diporto da Palumbo Group, realtà della cantieristica e del refit navale di livello. È una nave di lusso per dieci ospiti in cinque cabine sul ponte inferiore, alle quali si aggiunge la suite armatore con studio privato sul ponte principale. Tra le caratteristiche salienti di questo progetto anche l’ampia disponibilità di spazi all’aperto che possono come per gli interni, essere allestiti secondo le esigenze del cliente. Il comfort a bordo è garantito da stabilizzatori anch’essi elettrici sviluppati dall’italiana CMC.

Naumatec e-tender 460

La nautica totalmente a emissioni zero, solo elettriche, si limita a piccole unità, le uniche dove la tecnologia disponibile al momento consente velocità e autonomie soddisfacenti. Natanti come questo “e-tender 460” – 4,60 x 2,00 metri – un battello di servizio per grandi yacht, stiloso e piacevole al primo sguardo, firmato da Federico Fiorentino e prodotto da Naumatec. La carena è efficiente, ottimizzata in termini tenuta di mare, stabilità e velocità, in relazione alla spinta del suo propulsore elettrico. Questo è da 15 kW, se abbinato a una sola batteria, ma nel caso si volesse maggiore riserva di potenza e maggiore autonomia, può essere richiesta una configurazione a due batterie in grado di garantire un motore da 30 kW.

Frauscher 757 St. Tropez

La 757 St. Tropez, acciai lucidi, arredi in legno lavorati a mano e tappezzerie di gran pregio, omaggio stilistico agli anni ruggenti della nautica è in realtà una barca modernissima, prodotta dal cantiere austriaco Frauscher da sempre molto attento alle tematiche ambientali. Qualche anno prima di questo runabout ibrido lungo 7,57 metri per 2,25 di larghezza, Frausher aveva infatti presentato, precorrendo i tempi, anche una barca alimentata a idrogeno. L’ibrido installato sul 757 St. Tropez, è stato messo a punto da Frauscher e Steyr Motors.

Wider 150 “Bartali”

Questo primo esemplare di Wider Yacht, il Wider 150, è stata probabilmente una delle barche più diverse varate negli ultimi anni, tanto da meritare attenzione dai media di settore e premi dalle giurie. Il sistema installato a bordo, diesel elettrico con batterie ai polimeri di litio, è stato solo uno degli elementi di attrazione per questa barca firmata da Tilli Antonelli e Fulvio De Simoni. Fra gli altri i ben 90 mq di beach club con piscina al coperto a pochi centimetri dal mare, ad esempio, ricavati nella poppa sfruttando lo spazio lasciato dalla sala macchine, sostituita da una sala generatori posta a prua.

CCN 31 Metri Fuoriserie

Il quarto esemplare della linea “Fuoriserie” prodotta da CCN (Cerri Cantieri Navali), recentemente venduto, avrà anch’esso una propulsione ibrida. Yacht di 31m realizzato full custom, dislocante, in alluminio, è firmato dello studio Guido de Groot per quello che riguarda il design interno ed esterno, e dallo studio Ginton che ha curato il progetto navale. Le linee esterne classiche, sobrie non lasciano trasparire la tecnologia che c’è dentro la barca, come il suo sistema ibrido o come i ben due i sistemi di stabilizzazione installati a bordo, giroscopico e a pinne, utilizzati per garantire il massimo comfort in navigazione e in rada.

Admiral E Motion 55 "Quinta Essentia"

Il progetto navale di Quinta Essentia, Admiral E Motion di 55 metri costruita da The Italian Sea Group, porta la firma dello studio olandese Vripapack, mentre design esterno e interno sono rispettivamente di Dobroserdov Design e Michela Reverberi. I motori elettrici, due da 150 kW, la possono spingere a emissioni zero fino a una velocità di 9 nodi. Al suo interno dispone di cabina armatoriale, cabina VIP e altre quattro cabine ospiti e di sette cabine per l’equipaggio

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