Un moderno motore diesel dotato di tecnologia Common-Rail

Un moderno motore diesel dotato di tecnologia Common-Rail

Motori diesel: sono davvero loro i killer dell'ambiente?

Editoriale

01/03/2018 - 13:16

Motori marini: corsi e ricorsi di uno sviluppo poco comprensibile

Qualcuno prima o poi dovrà spiegarci perché, in un mare dove scaricano le fogne di cinque continenti e di cinque miliardi di persone; dove navigano tutte le flotte da guerra, da lavoro, da pesca, da ricerca e da soccorso; dove confluiscono i rifiuti ed i veleni di milioni di complessi industriali; dove tutti i fiumi portano le piogge avvelenate dalle esalazioni e dai gas prodotti nei centri urbani; in questo mare, qualcuno ci deve spiegare perché ci si occupa di qualche migliaio di diportisti che navigano in media cento ore all’anno nel periodo estivo: e perché solo dei diportisti che hanno la sfortuna di far parte della Comunità Europea, proprio quella della Direttiva e del marchio CE; e perché solo di quelli che navigano a motore; e perché solo di quelli che lo fanno con una barca di lunghezza compresa tra 2,5 e 24 metri? Vuoi vedere che sono solo loro ad inquinare? Mentre tutti i mezzi da guerra, da lavoro, da pesca, le moto d’acqua, le imbarcazioni da diporto oltre i 24 metri, e tutte quelle di qualsiasi lunghezza che, fortunatamente, frequentano turisticamente ancora il nostro paese, quelle no, non inquinano!

Vuoi vedere che il nostro pianeta riuscirà a sopravvivere o a “sostenere lo sviluppo”, come si usa dire da parte di persone che sanno solo parlare, grazie alla eliminazione del diporto nautico a motore? A chi ed a che cosa servirà il mare quando non sarà più possibile fruirne per sfuggire alla routine quotidiana di ignoranza o di illeciti interessi coperti da guerre sante per ritrovare un inesistente sacro graal?

Fatto sta che si parla molto senza pensare e ce la si prende con i deboli: ci sentiamo, in tutta onestà di tecnici e di appassionati cultori della conservazione degli ecosistemi e del patrimonio ambientale, di sostenere che i motori marini sinora prodotti e venduti hanno raggiunto un livello di perfezione tecnologica che li rende senza alcuna modifica accettabili anche dal punto di vista delle emissioni di rumore e di gas. Costringere i produttori a costose modifiche, o a cambiamenti strategici, come si sta facendo, finirà per essere assolutamente insignificante ai fini ambientali ma fortemente nocivo per l’industria e l’indotto.

Quasi come se percepissero il pericolo latente i produttori dei motori e, si badi bene, anche quelli americani, sono in preoccupata attesa dello sviluppo degli eventi; eventi che la Comunità dovrebbe, proprio prendendo spunto dal grosso errore che hanno fatto in America coinvolgendo i motori marini (tutti, non solo quelli per il diporto) nelle norme per i veicoli, evitare di ripeterlo in Europa, dove il diporto è in larga prevalenza marino anziché lacustre. Detto in soldoni, se gli Americani sono folli non si vede perché l’Europa non dovrebbe approfittare commercialmente di questa follia piuttosto che seguirla in un comportamento suicida, tenuto conto che un motore marino venduto in Europa è assai poco probabile sia destinato ad operare negli Stati Uniti.

Ecco! Quello che avete appena letto non è scritto oggi: si tratta di un articolo regolarmente apparso venti anni fa! parlavamo allora del motore fuoribordo a due tempi aspirato, condannato a morte in nome di una miopia ignorante dei pesi e delle proporzioni, sostenuta da chi, di fronte ad un colossale incendio, si preoccupa di farci spegnere una sigaretta.

Bene! Con qualche piccola modifica e qualche necessaria precisazione quello che dicevamo allora vale ancora adesso: perché stiamo condannando a morte il motore diesel. Ci sono segnali preoccupanti che vengono dai costruttori: e passi per i motori utilizzati nel campo dei trasporti terrestri, nella industria, nella produzione di energia (che poi costituiscono la quasi totalità degli utilizzi): ma per piacere la nautica no!

Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto col riscaldamento centralizzato nei condomìni: abbiamo cioè costretto a miliardi di spese in nome di risparmi energetici percentualmente risibili ed assolutamente inferiori a quella che può essere una percentuale di imprevisto molto rigorosa.

Anche questa volta qualcuno ci dovrebbe spiegare che cosa si spera di ottenere costringendo ad investimenti importanti o a cambio di strategie con altre conseguenze che nessuno sembra aver valutato.

Certo, dobbiamo innanzi tutto evitare di modificare l’ambiente nel quale noi viviamo ed i nostri figli dovranno vivere: ma cerchiamo di farlo con criterio, con un giudizio che coloro che comandano, accecati dal potere e dai capitali, sembrano aver trascurato del tutto.

Certo, cominciamo con l’uccidere il diesel, mentre continua a morire gente nelle guerre o nelle stragi, mentre un bambino muore di fame ogni trenta secondi. Facciamo spegnere la sigaretta al nostro vicino, mentre l’incendio divampa tutt’attorno.

E’ molto triste che nessuno si chieda che cosa è veramente importante e si occupi di stabilire una scala di valori: ma che lo facciano i tecnici che progettano il nostro futuro è imperdonabile!

Alfredo Gennaro

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