In nave verso la Sicilia, un universo di attrattive

In nave verso la Sicilia, un universo di attrattive

In nave verso la Sicilia, un universo di attrattive

Editoriale

04/12/2017 - 08:08

Arrivare in Sicilia e farlo per la prima volta con la nave, com’è capitato a chi scrive, è certamente la maniera più attraente per immergersi in questo microcosmo, da millenni fucina di popoli e uomini. La nave, un tempo unico mezzo di trasporto verso la più grande isola italiana, oggi “commuter” privilegiato, ottimale, capace di rendere il viaggio non solo più semplice, grazie alla possibilità di portare la propria auto al seguito e magari, al traino, anche la barca, ma una vera e propria esperienza da vivere in pieno comfort, circondati da quello stesso mare che circonda l’Isola.

Un mare incantato, intenso come il suo colore blu, lo stesso di un tempo, solcato anche allora da navi che in Sicilia hanno portato razze, religioni e lingue, rimaste sul territorio, stratificate in presenze quasi sempre significative, che vi propongono, anche oggi, un mondo affascinante per ogni tipo di tesori, da quelli archeologici, all’artigianato, all’enogastronomia, all’arte in ogni sua forma, insieme panorami e ambienti unici e bellissimi.

Per la Sicilia sono passati tutti i popoli del Mediterraneo, del Nord Africa, del Nord Europa, del Medio Oriente, con influssi giunti fin dall’Asia, dall’Estremo Oriente, facendone un crocevia di estrema importanza anche oggi che riceve l’impatto anche violento dell’immigrazione politica ed economica in arrivo incessante e spesso tragico da quei territori. Ed è bello constatare che essa trova nell’sola e suoi arcipelaghi una porta umanamente disponibile grazie a una popolazione da sempre  culturalmente sensibile per l’incontro con chi giunge da lontano.

Non si sa da dove siano arrivati i primi abitanti Sicani o Siculi che hanno dato il loro nome alla regione, poi sono sopraggiunti i Fenici, scalzati dai Greci delle città stato che nel fulgore della loro espansione vi hanno fondato colonie dal nome prestigioso per la loro forma di governo e cultura assolutamente sconosciute ai locali. Poi i Punici contro i Romani, l’invasione dei Vandali, la conquista greca dell’Impero romano d’Oriente, lo sbarco degli Arabi nell’827, l’espansione normanna che dalla Salerno di Roberto il Guiscardo, verso la fine dell’XI secolo, arriva a Palermo che diviene importante capitale di Ruggero II, fino al matrimonio di un’Altavilla con Enrico VI, figlio dell’imperatore Barbarossa, che generando Federico II proiettano la Sicilia e il Mezzogiorno d’Italia nelle lotte di supremazia auropea tra francesi e spagnoli.

La discesa in Italia dei francesi porta sul trono di Sicilia Carlo d’Angiò. Poi la famosa rivolta del Vespro dei siciliani a Palermo, segna il passaggio dell’isola sotto il controllo spagnolo con gli aragonesi e le grandi famiglie baronali. E impossibile in questa sede ricordare tutte le molte vicissitudini, a un certo momento, col trattato di Utrecht del 1713. il duca di Savoia Vittorio Amedeo II ottiene per meriti militari la Sicilia, ma la perde col trattato dell’Aia del 1720, che segna la fine del dominio austriaco nell’Isola di Carlo VI.  La Sicilia e il vicereame di Napoli finiscono a Carlo III, figlio ed erede del re di Spagna, che insedia i Borboni a Napoli e nell’Isola, per un regno illuminato che sopravviverà all’incursione napoleonica di fine settecento (con Giuseppe Bonaparte e il regno di Gioacchino Mura) per cedere infine sotto l’urto garibaldino dei Mille.

L’unità col regno di Piemonte, che segna il tristissimo periodo di repressioni genocide effettuate dai bersaglieri per reprimere il brigantaggio antisavoia ispirato da chi voleva la restaurazione borbonica, determina un lento decadimento di tutto il Mezzogiorno e in Sicilia, dopo la seconda guerra mondiale, nasce addirittura un violento fenomeno separatista che induce il governo italiano ad accordare alla Sicilia l’autonomia regionale. Lo Statuto speciale non ha prodotto risultati eclatanti, ma la Regione Siciliana è stando alle statistiche è stata tra quelle italiane che meglio sono uscite dalla crisi economica generale. 

E’ stato necessario sintetizzare molto, ma tutti gli eventi che abbiamo citato hanno lasciato tracce nella storia, nella cultura, nel linguaggio, nella vita siciliana, che meritano di essere conosciute. Da quanto sopra, è evidente che al turista occorrono giorni per visitare almeno i siti più importanti, dai mosaici romani con le donne in bikini, alla raffinata arte araba, al forte dominio normanno, ai tesori dei musei, all’impatto dei grandi forti e delle chiese e arti barocche lasciati dagli spagnoli, al fiorire di una cultura e di un benessere economico che hanno superato anche le gelosie tra vicereame di Sicilia e Vicereame di Napoli, sempre latenti. Ricordiamo che il potere navale borbonico in Mediterraneo arrivò a preoccupare la grande Inghilterra dell’epoca, e il re borbone doveva difendere il suo stato vivo e fiorente (vi si svolse il primo congresso degli ingegneri europei, oltre alle famose filande e acciaierie) dagli appetiti imperialistici austriaci e francesi, che Garibaldi ha servito, nel 1860, su un piatto d’oro a un frastornato re di Piemonte. 

In questo quadro, è stato sempre vivo il dualismo tra Napoli e Palermo, che comunque è sempre stata la grande capitale politica e culturale dell’Isola, chiamata spesso a contenere il potere dei baroni terrieri, mentre sulla costa etnea, forse anche come eredità dell’alacrità greca, si sono concentrate invece le attività produttive.

Perciò per un turista c’è tanto da vedere, sicuramente anche troppo per il tempo in genere a disposizione. Per questo gli si possono suggerire diverse opportunità di visita in funzione degli interessi personali: 

- Un itinerario preistorico, che comprende il museo preistorico di Lipari, i resti di antichissimi villaggi anche a Panarea, insediamenti sulla costa milazzese, naturalmente l’area siracusana, la traccia micenea della necropoli costiera di Thapsos e dell’intera città di Pantalica, poi i sepolcri di Castelluccio, Cava lazzaro, Cava d’Ispica e tante altre località, mentre a Sant’angelo Muxaro, in piena Valle dei Platani, una città sicana rivendica la sua antichità assoluta; 

- Affascinante anche il tema fenicio-punico, perché gli inventori del vetro anticiparono i greci e i cartaginesi, i pericolosi nemici della grande Roma, fondando Solunto, Segesta, Erice,  Poggioreale, Sambuca, Selinunte, Mozia, Marsala, Favignana, Pantelleria, Palermo (dove il Museo Archeologico conserva la memoria dei Fenici nella Sicilia Occidentale), mentre totalmente punica è Solunto, sul monte Castellazzo;

- La traccia greco romana potrebbe iniziare da Naxos prima colonia greca fondata nel 734 a.C., proprio sotto Taormina, universalmente famosa per il suo teatro, appunto greco, mentre sulla costa davanti alle Eolie c’è Tindari e poi Imera (dove siracusani e agrigentini respinsero il tentativo di colonizzazione cartaginese), mentre scendendo da Palermo troviamo Segesta, Selinunte (con Agrigento la zona archeologica più importante), e Marsala, ma ancora Eraclea Minoa, Gela, la romana Piazza Armerina e infine Siracusa greca e romana, e ci scusiamo perché certamente abbiamo dimenticato tantissime località degne almeno di citazione;

- L’arrivo nell’Isola di Roberto d’Altavilla, nel 1061, e la proclamazione a Palermo nel 1130 di Ruggero II a re di Sicilia, hanno generato a testimonianza i monumenti della Sicilia Normanna, con cattedrali, chiese e palazzi famosi come il Duomo e il chiostro di Monreale, la cattedrale e la chiesa di S. Giovanni degli Eremiti a Palermo, che vanta anche il Palazzo reale, la Cappella Palatina e ancora tante chiese e palazzi, ma non dimentichiamo Cefalù, Erice, Mazzara del Vallo, Castelvetrano, Caltanissetta e Agrigento, i castelli di Paternò e Adrano, le importanti vestigia presenti a Catania e Messina;

- Nel ‘600 e ‘700 il barocco ha poi trovato nell’Isola realizzazioni immaginifiche, che forse hanno espresso al meglio il carattere, la signorilità del popolare crogiuolo siciliano. Lo sfarzo è certamente l’espressione della cultura spagnola applicata alla Sicilia ed è fiorito  a Trapani, Alcamo, Castelvetrano, Sciacca, Palma di Montechiaro, Noto, Siracusa, Catania, Gioiosa la Guardia, Ucria, Mistretta, Ganci, Polizzi Generosa, Petralia, Bagheria, Monreale, Palermo, si può dire ovunque. Ma allo sfarzo fu unita grande tecnica. Agli architetti ai quali fu affidata la ricostruzione dei principali abitati della Sicilia Occidentale dopo il terribile terremoto del 1693, va il merito di avere messo in atto i primi criteri costruttivi antisismici europei, a testimonianza di una sicura qualità ben oltre l’immagine. 

- Infine l’arte, che in panorama così ricco ha trovato espressione in splendide architetture di palazzi e ville, come tra gli altri a Catania le ville Pancari, Manganelli e Bonaiuto, a Caltagirone la chiesa madre  e la centrale elettrica, a Ispica il Palazzo Belmonte e casa Lauretta, a Messina il palazzo della Prefettura, il neoclassico oratorio dei padri Filippini a Palermo, il Ginnasio dell’orto Botanico di Palermo e di Catania, il Circolo di conversazione di Ragusa, i teatri Politeama e poi il Massimo a Palermo, i teatri comunali di Vittoria e di Castelvetrano, le terme di Acireale, il Teatro Vittorio Emanuele e il Palazzo di Città di Messina (quest’ultimo distrutto col fronte mare portuale dal maremoto del 1908; da non dimenticare itantissimi i musei e le gallerie d’arte, come peraltro le biblioteche. 

Un cenno a parte meritano i centri di artigianato e le manifestazioni folcloristiche. Nel folclore ricordiamo il Festino di Santa Rosalia, in luglio, assai sentito in specie dai palermitani, ma assai seguite dal turismo non solo nazionale sono le suggestive manifestazioni del Venerdì Santo a Palermo, ma specie a Trapani, con la Processione dei Misteri, e Caltanissetta, con la processione delle Vare, e anche altre località minori come San Cataldo, Frizzi e San Fratello.

In agosto a Messina c’è la processione dell’Assunta, Termini Imerese, Acireale a Sciacca sono rinomate per il Carnevale. Celebre ad Agrigento la Sagra del Mandorlo in Fiore, mentre a Catania i primi di febbraio si festeggia Sant’Agata. A Messina il 13 e 14 agosto la sfilata di Mata e Grifone. A Siracusa, Taormina e Segesta le manifestazioni del teatro classico, a Favignana l’omonima settimana una volta luogo della famosa mattanza di tonni, a Taormina l’estate di Taormina, senza dimenticare la tantissima manifestazioni enogastronomiche estive che si svolgono a Trapani, ma un po’ in tutta l’Isola.

Nell’artigianato importante la ceramica di Santo Stefano di Camastra, di Caltagirone e di Collesano come in genere quella dei vasai, in diminuzione l’arte dei calderai e dei pastorai (le figure per i presepe), quasi scomparsa quella dei pupari, come anche della decorazione dei carretti siciliani, del ferro battuto e della lavorazione del corallo.
La Sicilia è contornata da tre arcipelaghi di isole minori, Eolie, Egadi e Pelagie, dall’avamposto di Pantelleria verso l’Africa e di Ustica verso la Sardegna. Di esse, fantastiche, tratteremo successivamente. 

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