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La barca da viaggio di ieri... un salto indietro nel tempo

Didattica e tecnica

19/11/2017 - 20:53

Cosa ha voluto dire la modernità, cosa ci differenzia dai pionieri della nautica? Facciamo un salto indietro nel tempo quando non c’era l’Epirb ed era difficile lanciare un May day. 
Intanto non c’erano gli avvolgi fiocco quindi era necessario cambiare più spesso le vele di prua.

Le barche, pesanti come erano, avevano anche bisogno di un maggior numero vele ausiliarie per il vento leggero.  In assenza di meteo affidabili e di connessioni satellitari incontrare il tempo veramente cattivo era una possibilità frequente soprattutto se ci si trovava fuori dalle zone di clima stabile per latitudine o stagione. Una barca piccola o media non poteva escludere la la scuffia quindi era normale prepararsi a quella eventualità. Si considerava la possibilità durante la scuffia di disalberare e che l'albero potesse forare lo scafo. A bordo erano quindi necessari molti ricambi e pezzi di rispetto, dalla trozza del boma ai norseman per riparare le sartie.

Ad esempio l'ancora galleggiante era considerata molto importante per superare indenni il peggio, filarla di poppa e recuperarla, appena si poteva di nuovo fare via, era una vera e propria scuola di mare. Vi era poi il timone a vento complicato da regolare che necessitava di una messa a segno perfetta delle vele, inoltre bisognava saper inferire e tenere a riva  le vele da tempesta, tormentina e  randa di cappa, per calmare i frangenti si usavano i sacchi con l’olio.

Anche all’ormeggio le cose potevano mettersi al peggio era quindi logico avere due ancore grosse armate con cavo e/o catena, il materiale per guarnire i cavi  perché non si tagliassero sfregando sul puntale o altrove e un tender sufficientemente robusto da  consentire di portare fuori l’ancora con 50/100 m di cavo per non parlare della necessità di armare una castria in porto quando la banchina non era sicura.

Ovviamente anche la navigazione astronomica col sestante rappresentava un impegno costante, le comunicazioni radio erano complicate e talvolta era necessario alzare l’antenna usando l’aquilone. Senza il radar e l’A.I.S. era necessario impegno per mantenere il servizio di vedetta 24/24. Le vele poi, molto meno robuste di quelle odierne, si rompevano spesso quindi non si poteva fare un giro lungo senza ripararle diverse volte. Le cerate poco comode ed impermeabili di tanto in tanto andavano asciugate e spalmate.

La bonaccia imponeva continui cambi di vela, mentre le antivegetative non auto leviganti rendevano la carena sporca molto lenta.  Senza il dissalatore la scorta d’acqua per 6 persone raggiungeva i 600 litri o più facendo ricorso, in situazioni limite, al cagnaro per raccogliere l’acqua piovana, per i viveri bisognava arrangiarsi con alimenti imputrescibili che richiedevano un certo sforzo in cucina per essere resi commestibili.

In queste condizioni con tutto questo materiale da gestire e la grande varietà di abilità necessarie  il viaggio a vela era realmente impegnativo e ci voleva un buon comandante/equipaggio mentre la barca doveva essere  grossa e robusta. Come si suole dire: “in grado di trarre vantaggio dal cattivo tempo.”

Michele Ansaloni

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