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PressMare intervista Roberto Neglia: i retroscena del Nuovo Codice della Nautica

Editoriale

07/10/2017 - 19:28

PressMare ha incontrato il Responsabile dei Rapporti istituzionali di UCINA, nel bel mezzo della settimana cruciale per la nascita del nuovo Codice della Nautica.

Abbiamo lavorato assieme quando ero Vice Direttore di un'importante rivista cartacea. Da Direttore di un’accreditata testata online specializzata nel cluster marittimo, seguo sempre con grande interesse il suo lavoro di rappresentanza al servizio di tutti gli operatori della nautica, e non nascondo che mi piacerebbe averlo di nuovo al mio fianco come "penna" a PressMare. Roberto Neglia, Responsabile dei Rapporti istituzionali di UCINA Confindustria Nautica, è molto noto agli addetti ai lavori, forse meno al pubblico. Anche perché credo abbia rilasciato tre interviste in tutta la sua vita. Al suo vecchio capo, però, non ha potuto dire di no e con lui sveliamo i retroscena della riforma del Codice della nautica.
 

Roberto, come andrà a finire?

Bene. UCINA ha avuto incontri con il Ministro Delrio e il vice ministro Nencini (Infrastrutture e Trasporti), il Viceministro Casero (Economia), il Ministro Pinotti, (Difesa, perché anche le Forze armate hanno un ruolo nella riforma del Codice). La Presidente Carla Demaria ha ricevuto ampie rassicurazioni che le richieste di integrazioni avanzate dall'Associazione sono accoglibili per il governo, come dichiarato pubblicamente dallo stesso Delrio all’inaugurazione del 57mo Salone Nautico. Oggi, questa è la notizia nuova, ho incontrato il Capo ufficio legislativo del MIT per finalizzare le proposte. Intanto martedì scorso il Vicepresidente Balducci le ha illustrate alla Commissione competente del Senato (la 8va) e le osservazioni sono state poi inviate alla Commissione Trasporti della Camera. La parola è al Parlamento, al quale abbiamo chiesto piena applicazione dei criteri direttivi di semplificazione votati dalle stesse Camere.

Ma cosa è accaduto prima?

In questi giorni leggo molti post sui social, ma in realtà questo è un lavoro che inizia due anni fa. Era appena finito il Salone Nautico di Genova del 2015, un'edizione molto diversa da quella sfolgorante di quest'anno. Mentre in molti ci dicevano che il Salone non aveva futuro, proprio lì veniva stretto un patto con la politica e nel giro di meno di due mesi è stata approvata la Legge delega di riforma del Codice.

Spieghiamo anche ai non addetti ai lavori.

Per le materie più tecniche il Parlamento generalmente delega le proprie potestà legislative al governo, ma fissa dei paletti e delle norme di indirizzo a cui l'esecutivo si deve attenere. Lavorando in silenzio, siamo riusciti a fare in modo che la delega contenesse le indicazioni giuste, quelle che servono al settore e agli utenti.
 
Un bel successo personale!

Questo lo devo respingere assolutamente. UCINA Confindustria Nautica è una squadra. C'è la proprietà, cioè i soci, la presidenza e i vicepresidenti, il "capitano" Stella, (Marina, D.G. di Ucina, ndr) e un team operativo che scende sul campo. Per quest'ultimo, senza il supporto di Stefano Pagani (a capo dell'Ufficio studi) e del suo team, dei consulenti marittimisti e fiscalisti di cui si avvale l'Associazione, non avrei potuto far nulla.
 
Allora diciamo che nella squadra hai il ruolo di chi la palla la sa buttare dentro! Torniamo però al Codice, al suo iter...

A inizio 2016 la Direzione generale Trasporto marittimo del MIT inizia a confrontarsi con UCINA. Poi da aprile istituisce 12 tavoli tecnici, dove sono state elaborate le proposte di modifica.
 
Avete più volte rivendicato il ruolo di coordinamento, ma vorrei andare sui contenuti: è andato tutto liscio?

Con i sacerdoti della carta bollata e della burocrazia c’è stata anche battaglia.

Chi si è fatto ostacolo?

Cominciamo col dire chi non lo è stato: la stessa Direzione, che ha compreso che per trovare soluzioni efficaci a problemi complessi era necessario anche il supporto di chi lavora tutti i giorni nel settore. Ci sono funzionari che hanno rinunciato alle ferie e lavorato i sabati fino a tarda ora. Non hanno detto sì a tutte le nostre richieste, ma hanno messo in campo il massimo ascolto possibile. Un impegno mai visto.

E fra le associazioni, tutti compatti?

Si è creato un gruppo di lavoro fra quelle che più assiduamente si sono avvicendate ai tavoli: UCINA, che era accreditata a tutti, Assilea (associazione italiana leasing), Assomarinas e Assonat (i porti di Confindustria e Confcommercio), Confarca (agenzie nautiche), Federazione Vela. Fra noi abbiamo trovato un punto di equilibrio e ci siamo sostanzialmente fatti carico del grosso del lavoro.

Divergenze?

E' normale. In parte dipendono anche dalle differenti nature associative. UCINA rappresenta tutta la filiera, per questo è articolata in sette assemblee indipendenti, dal costruttore di grandi yacht al diportista. La visione dell'associazione, storicamente, è quella che se va bene all'utenza va bene alla filiera, ai porti, ai professionisti, all'industria. Altre rappresentanze hanno un DNA più "sindacale", rivolto a tutelare i singoli interessi, anche economici, a volte in contrasto con quelli più generali del settore.
 

 
Il lavoro è finito a novembre 2016.

Esatto. Alla fine dello scorso anno la Direzione prepara la bozza. Abbiamo avuto ulteriori incontri, questa volta diretti. A gennaio 2017, dopo la Befana, il testo è stato licenziato e inviato all'Ufficio legislativo del Ministro.
 
E qui?

Si ferma. Per molti mesi. Però, a onor del vero, va ricordato che ci sono stati ben due avvicendamenti al vertice dell'Ufficio. Durante questo periodo UCINA ha comunque continuato a pressare perché il percorso riprendesse al più presto.

Però, dopo mesi di silenzio il testo condiviso è stato stravolto.

Che quello arrivato in Consiglio dei Ministri è un testo diverso è un fatto.

Avete avuto spiegazioni?

Sì, l'Ufficio di Gabinetto del Ministro si è subito attivato, con grande celerità e massima attenzione, appurando che la fretta di andare avanti senza far scadere la delega (che ha termine il 5 novembre) non aveva consentito di approfondire tutte le questioni.

Soltanto?

Ci potrebbe anche essere  stata anche qualche manina che nel frattempo si è allungata per posporre quelle semplificazioni validate ai tavoli tecnici che non erano piaciute.

Immagino che tu abbia un'idea più precisa?

Posso solo dire che la difesa forte dei principi di semplificazione contenuti nella legge delega a beneficio della filiera e dell'utenza non è piaciuta a tutti.

E voi?

La Presidente Demaria ne ha parlato direttamente con il Ministro Delrio.

Dopo che succede?

Nel frattempo a Capo del Legislativo è arrivato l'Amm. Pietro Vella, che probabilmente si rende conto che c'è qualcosa che non va e riceve il vice presidente Balducci. A UCINA è stata data dunque la possibilità di fare un esame comparativo della bozza e del testo finale, con la disponibilità ad accogliere le integrazioni già richieste da un documento congiunto, inviato dalla stessa Confindustria Nautica, Assilea, Assomarinas, Assonat e Confarca, qualora il Parlamento decida di farle proprie.


 
Sarà un'ennesimo successo, dopo la modifica del Redditometro, la cancellazione della tassa di possesso e l'IVA al 10% sugli ormeggi in transito?

Credo che si possa avere un buon testo finale.

Per le integrazioni proposte al testo all’esame delle Camere rinviamo all'audizione del Vipresidente UCINA, Maurizio Balducci.

Fabio Petrone

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