Agostino Randazzo ph. Andrea Carloni

Agostino Randazzo ph. Andrea Carloni

Intervista al presidente del Circolo Vela Sicilia, Agostino Randazzo

Sport

29/08/2017 - 18:29

Principato di Monaco, 28 agosto 2017 - Pressmare ha incontrato il presidente dello yacht club Challenger of Record dell’America’s Cup presso lo Yacht Club de Monaco, in occasione della premiazione della Palermo-Montecarlo, giunta alla sua tredicesima edizione.

E’ maggiore la soddisfazione per il buon esito della regata o l’amarezza per il suo ritiro?

Non c’è dubbio, è maggiore la gioia per questa nuova edizione splendidamente riuscita. Sono felice per i Line Honours di Lucky del NYYC e mi congratulo con Ottavo Peccato che ha vinto in compensato una regata difficilissima, con vento leggero e di prua. Sono particolarmente lieto per la partecipazione dell’IMOCA con foil Malizia, giunta a Palermo da Plymouth, dove aveva appena concluso il mitico Fastnet, solo 5 ore prima della partenza; secondi all’arrivo a Montecarlo, ma la loro personale regata l’hanno vinta riuscendo ad essere presenti sulla linea di partenza grazie allo skipper Boris Hermann e a Pierre Casiraghi. E’ stata un’edizione con la metà dei concorrenti stranieri, l’internazionalità della regata è sotto gli occhi di tutti. Quanto a noi, quest’anno abbiamo avuto un’avaria alla barca portacolori del Circolo sulla quale regatavo personalmente, ma di tredici edizioni due le abbiamo vinte.

Com’ è nata la PA-MC? Grazie ad essa il CVS è diventato uno YC più internazionale?

 

E’ nata per volere dell’assessore al Sport e Turismo del tempo, On. Santoro, che si rivolse a mio padre, allora presidente del circolo che ci chiese di organizzare questa competizione sulla rotta dei Fenici. Si partì con sole 6 barche, ma importanti, tra cui Steinlager timonata da Mauro Pelaschier, Junoplano , il VO60 Amer Sport One. Negli anni successivi la regata è cresciuta con la presenza di barche tra le più importanti del mondo, l’anno scorso c’era Rambler ad esempio, in precedenza abbiamo avuto Esimit, e timonieri di valore internazionale. Non vorrei fare l’elenco dei nomi perché si rischia di scordare qualcuno... due su tutti: Butterworth, Schuemann e poi gli italiani, tutti i migliori.
La PA-MC è la conferma della nostra vocazione internazionale, in passato avevamo già organizzato un Europeo Open di Star vinto da Grael e, nel ’99, un Europeo J24.

Ci racconta il suo ricordo più bello tra tutte le edizioni della PA-MC?
Sono tanti, viene più facile pensare all’oggi ma forse il ricordo più bello è la prima edizione cui ho avuto l’onore di partecipare con Pelaschier su Steinlager, la storica e prestigiosa barca che vinse il giro del mondo, quando ancora si chiamava Whitbread, al comando di Sir Peter Blake

 

Si tratta della regata annuale in acque aperte richiesta dal Deed of Gift allo yacht club che lancia una sfida all’America’s Cup? Cosa significa essere uno YC di America's Cup?

Si chiaramente! Ci ha fatto veramente gioco avere la PA-MC nel nostro calendario. Per uno YC entrare nel novero di quelli che hanno lanciato una sfida alla Coppa è il massimo al quale si possa aspirare, un qualcosa di bellissimo, un’emozione e un riconoscimento grandissimo che speriamo di onorare al meglio, soprattutto oggi che siamo Challenger of Record: che la 36^ America’s Cup sia all’insegna della sportività e di una leale sfida tra nazioni come nelle intenzioni di chi la donò al NYYC.

Ci racconta come il CVS è diventato lo YC che rappresenta Luna Rossa?

 

Ci ha scelto Patrizio Bertelli. Di certo ama la Sicilia, personalmente penso che noi possiamo rappresentare nel migliore dei modi il mondo velico italiano. Siamo alla terza sfida, al tempo venne da noi un alto rappresentante del team, Francesco Longanesi Cattani, che mi comunicò il desiderio del dottor Bertelli. Una proposta che ci ha lasciati sbalorditi e increduli, certamente un onore. Così è nata l’avventura. Oggi riprendiamo un discorso che si era interrotto a causa della note vicende che hanno portato Luna Rossa all’abbandono nella scorsa edizione.

Ci racconta l’atto della firma come Challenger of Record?

 

E’ avvenuta in mare a Bermuda, sulla barca di Matteo De Nora, presidente di Emirates Team New Zealand. A bordo c’era il Commodore del RNZYS, il Rules Advisor di ETNZ Russell Green, Longanesi Cattani in rappresentanza di Luna Rossa e il sottoscritto: abbiamo consegnato la sfida. 

La Coppa di oggi è profondamente cambiata rispetto alla sfida tra YC del passato. Di cosa si occupa oggi uno YC CoR?

Non c’è dubbio che la parte preponderante sia dei team ed è giusto che sia così. Uno YC è in un certo senso il garante del rispetto della tradizione, per noi è molto facile perché siamo assolutamente allineati con LR e anche con il Defender sul ripristino dei valori storici della competizione velica più prestigiosa nonché trofeo sportivo più antico del mondo.

Parliamo del futuro del CVS: quali progetti? Il vivaio giovanile è sufficiente? La collaborazione tra club può essere una chiave di sviluppo?

 

Puntiamo molti sui giovani, i nostri ragazzi vanno ogni anno nel Principato a fare una regata con tutti i club gemellati con lo YCM. Attualmente cerchiamo di portarli dalle derive all’altura, la PA-MC serve anche a questo. Quest’anno avevamo 3 giovani velisti diciasettenni a bordo, sono i Campioni italiani Platu Under 25 (ma la cosa più importante è che si sono piazzati a metà classifica), prossimamente a settembre prenderanno parte al Mondiale Platu nelle nostre acque, a Mondello.

Siamo nella sede avveniristica dello YCM, è questo il futuro per gli yacht club, un hub con forte vocazione al business?

Non tutti hanno la possibilità di andare in quella direzione, è importante che alcuni lo facciano per il bene dello sviluppo della nautica in generale e non solo per lo sport velico, queste realtà sono un gran volano. Noi siamo così da 80 anni e vogliamo preservarci al meglio. Questo è il mio obiettivo.

Giuliano Luzzatto
Twitter @giulianoluzzatto

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