L’ovest incontra l’est una storia di mare ed arancini

L’ovest incontra l’est una storia di mare ed arancini

L’ovest incontra l’est: una storia di mare ed arancini

Editoriale

30/06/2017 - 11:46

Il pescatore è un mestiere duro che viene trasmesso da generazione in generazione. Questa è la storia di una famiglia che è specializzata in pesca a strascico su fondale da  600 a 900 mt.  ed è spinta dalla voglia di migliorarsi e di investire per rendere più efficiente e sicuro il lavoro per la generazione successiva che porterà avanti la tradizione.

Un peschereccio da sostituire ed una ricerca sul mercato di un prodotto nuovo. Uno scafo in vetroresina che è diffuso in Adriatico ma non ancora in Liguria . Si fa tanta strada e si arriva a Quarto D’altino da un’altra famiglia che da generazioni è conosciuta per la costruzione di pescherecci,  storie familiari che s’intrecciano e da qui parte l’avventura.

Inizia la costruzione del Giovanni Padre II che una volta terminato verrà battezzato e varato a Venezia in presenza delle autorità  ma gli amici ed i parenti vogliono replicare  anche a Sanremo. La bottiglia si può rompere una sola volta, il gesto della Madrina  è irripetibile  ma una festa è comunque  doverosa.

Nel cantiere Sanremoship di Sanremo, cantiere amico dei pescatori  dove abitualmente vengono alati tutti i pescherecci della zona per i lavori a bordo durante i fermi biologici viene allestito il piazzale per un ricevimento per…” pochi intimi”, si fa per dire.

Dalla Sicilia sono arrivati per l’occasione 600 arancini e pasticceria artigianale. Una festa campale dove sotto il solleone si ascoltano storie di pesca e di vite legate al mare. Amici e colleghi fanno la fila per visitare il nuovo scafo. 

Mi faccio raccontare da Alessio il giovane Comandante come è andata la navigazione. Partire da Venezia per circumnavigare tutta la Penisola è un bel rodaggio per il nuovo scafo. Neanche i 50 nodi di vento hanno spaventato il peschereccio davanti al golfo di Salerno, la cui carena ha dato modo di far apprezzare le sue doti di stabilità. Tredici i giorni necessari per Tornare in Liguria dal Veneto, di cui  11 di navigazione piena  passati macinando le miglia necessarie a guadagnare le coste liguri .

Alessio mi fa notare che per vedere passaggio di pesci ha dovuto aspettare l’alto Tirreno  come a ricevere il  benvenuto a casa, ecco nelle foto condivise gli avvistamenti di cetacei e delfini a riconfermare la maggior concentrazione nel territorio non a caso denominato Santuario dei cetacei  e dedicato alle specie protette del Mare nostrum che vanno assolutamente salvaguardate come patrimonio comune.

Mi dilungo a parlare con la famiglia Crosera presente alla festa che ha una storia secolare alle spalle di 6 generazioni. Mi raccontano del cantiere sul Piave quando ancora era navigabile per il commercio  poi lo spostamento  in Laguna sul canale Silone dove il cantiere si  è specializzato  in motopescherecci di legno, acciaio ed in tempi più recenti in vetroresina che presenta indubbi vantaggi nella manutenzione.

Anche Giuseppe Rametta detto Pino padre  di Alessio e suo grande maestro  è entusiasta del nuovo mezzo, è felice che si continui la pesca di famiglia, gamberi e pesce di fondale  ed ora non resta che rimboccarsi le maniche ed andare a pescare perché l’investimento deve rientrare. Dopo la festa le barche escono di notte e ricomincia la routine, il piazzale fino a poco prima invaso di gente festante torna silenzioso.

Una promessa la mia, quella di approfondire maggiormente le storie dei pescatori, tanti si rendono disponibili a parlarmi di avventure in mare e delle loro esperienze vissute, accetto l’invito. La prossima volta parleremo di acciughe. A presto.
 

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