Marino Masiero

Marino Masiero

Marino Masiero, Assonautica Venezia: la nautica deve recuperare il rapporto con gli utenti

Istituzioni

13/10/2017 - 20:16

Siamo da sempre assai interessati alla nautica del Veneto sia per l’attività svolta dal mitico Gianfranco Pontel come fondatore e sviluppatore a livello nazionale e internazionale di Assonautica, sia per la diffusione della passione del mare a livello amatoriale che professionale. In un nostro recente viaggio nella città lagunare, abbiamo avuto occasione di incontrare Marino Masiero, com’è noto importante operatore del settore nautico nella sua amata a Chioggia e promotore di numerose iniziative nell’ambito dell’Alto Adriatico, ma anche Vicepresidente di Assonautica Venezia. In questa veste gli abbiamo rivolto alcune domande.

Masiero, ci sembra un po’ “strano” che Venezia non sia più il motore propulsore di Assonautica e ciò senza nulla togliere alla indubbia capacità di Alfredo Malcarne, che ha preso il posto di Presidente dopo la scomparsa di Pontel

L’eredità di Gianfranco è sempre viva in noi, come il desiderio di contribuire in maniera incisiva allo sviluppo della nautica in Italia e proprio questo compito mi è stato affidato come vicepresidente di Assonautica Venezia l’incarico, che ho accettato con grande entusiasmo, di curari i rapporti col Comitato Nazionale a Roma. Proprio per il rapporto vivissimo col mare, il Veneto e per esso Assonautica Venezia, possono rilevare problemi e suggerire soluzioni nel momento di questo difficile rapporto che il Paese ha con il settore nautico. Da noi tra appassionati e addetti, vivono di mare centinaia di migliaia di persone, un rapporto tra i più importanti della Penisola.

Quali sono al momento le attività più importanti?

Prima di tutto bisogna recuperare il rapporto con gli utenti, l’unico modo per un ritorno alla barca che significa anche indirizzare verso la nautica il lavoro e la competenza marinara di migliaia di piccole aziende, messe allo stremo dalla crisi e dalla incompetenza della nostra classe politica, non tutta fortunatamente. Le potenzialità del settore invece, sono immense, specialmente in Adriatico, mare di sbocco per quasi tutti gli appassionati dell’Est europeo e della Mittel Europa. Per il nostro paese la nautica potrebbe essere una fonte di ricchezza primaria, come in Francia, Spagna, Portogallo, Croazia, Grecia e ancora in Turchia, Montenegro e Slovenia, semplicemente programmando con gli operatori di settore un giusto sfruttamento del territorio, in armonia con chi giustamente ha a cuore i problemi ambientali. Mi piace il concetto di turismo esteso sul territorio, portato avanti dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che pian piano si fa strada un po’ dappertutto.

In Veneto, avete già una rete di portualità turistica d’eccellenza…

E vero, ma nella nostra come in altre regioni si deve offrire la possibilità di andare in barca con facilità e a un costo alla portata di tutti… Non bastano i porti, per chi può permetterselo, ma occorrono scivoli, porti a secco, parchi boa che rispondano alle diverse possibilità di organizzazione e spesa.

Siamo d’accordo, ma in questo momento non sembra questo il problema, considerato che le unità più vendute paiono essere i super e megayacht…

Che poi vanno all’estero e comunque battono bandiere diverse dall’italiana… Fa male parlare di questo, quando in altre nazioni quelle grandi barche, da noi assurdamente invise, costituiscono ulteriore fonte di lavoro e perciò di benessere e ricchezza… Senza parlare dell’attività di refitting, cioè di riparazione e ristrutturazione che con l’immenso parco di usato esistente ha consentito la sopravvivenza nel mondo di migliaia di cantieri, da noi qualche decina, altrimenti di certo scomparsi. Solo le aree abbandonate dei nostri porti maggiori, i nazionali, potrebbero rinascere a nuova vita cercando di richiamare tale attività, mentre invece le loro aree sono di mire clientelari pubbliche e private.

Quali sono i vostri suggerimenti?

Il momento suggerisce di partire dal basso, con interventi a vari livelli, cercando di recuperare quella parte strutturale del nostro sistema socioeconomico che di anno in anno si sviluppava nelle nostre regioni, prima delle maldestre azioni normative del Governo Monti. Esse ci hanno fatto perdere circa 170.000 posti di lavoro, tra diretto e indotto, creati oltretutto esclusivamente dall’iniziativa privata… Partiamo col favorire l’accesso al mare dei natanti, ma non dimentichiamo la formazione degli operatori e la difesa della loro professionalità e titoli che all’estero non vengono riconosciuti. Questo è un problema doloroso che dobbiamo risolvere. Dobbiamo rompere il monopolio anglosassone dei professionisti del diporto. Valorizziamo i nostri addetti anche con stemmi e uniformi che ne promuovano la qualità professionale e il prestigio.

Se riparte l’economia mondiale ripartirà anche il costo del carburante…

E non è la migliore prospettiva per i diportisti, anche esteri. Per questo Assonautica Venezia auspica che sia stimolata dai nostri ministeri competenti la progettazione di motorizzazioni marine ibride o alimentate da fonti energetiche rinnovabili. E’ un problema globale, come quello delle emissioni e dei residui reflui. Chi lo risolve fa bingo e sicuramente ci stanno lavorando ovunque in molti. Noi possiamo solo incrociare le dita perché si trovi una soluzione al più presto. Ma questo spinge anche a favore della piccola nautica, quella che ci sta più a cuore, la sola che possa offrire un buon rapporto di resa nell’uso. E non a caso esiste la vela, di cui specialmente noi di Assonautica Venezia siamo stati da sempre sostenitori.

Prima di concludere mi lasci però ricordare che dopo l’opportuna incorporazione della Sezione di Rovigo, Assonautica Venezia è sempre presieduta dal prezioso Roberto Magliocco, che i vicepresidenti sono ora tre - il sottoscritto come vicario, specialmente incaricato dei rapporti con la Presidenza Nazionale a Roma, Alba Rosito, per l’area Rovigo, e Sandro Schiavi, per l’area Laguna Veneta, la dott.ssa Elena Magro e Nicoletta Echer sono state giustamente riconfermate alla guida operativa e alla segreteria della nostra associazione!

Alla nuova dirigenza veneziana gli auguri di buon lavoro e successo di PressMare

PREVIOS POST
America’s Cup: dopo Team New Zealand anche su Oracle arriva la bicicletta
NEXT POST
Il mercato dei motoryacht #3: Azimut Yacht e l'Italia