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Mangusta Oceano 42: un long range yacht in puro stile Mangusta

Superyacht

13/10/2017 - 19:59

Overmarine Group, affermatosi nel settore dei maxi open veloci (la gamma Mangusta che gli ha dato notorietà vanta oltre 300 unità prodotte, da 22 fino a 50 metri) con questo Oceano 42 metri ha aperto e con evidente successo, la sua nuova linea produttiva long range, completata dai modelli di 46 e 60 metri.

Mangusta Oceano 42: la nostra visita a bordo

L’estro, l’originalità ma anche la concretezza dei progetti di Alberto Mancini, hanno convinto Maurizio Balducci, CEO di Overmarine Group, a “scommettere” su di lui, affidandogli un’unità importante se non cruciale per il cantiere. “Namasté”, questo il nome dato al primo esemplare di Oceano 42, prima nave oltre i 40 metri nella quale si è cimentato il designer triestino, ha avuto il sapore di una sfida, visto il difficile compito di inaugurare con essa la nuova gamma di grandi unità in metallo, mirata alla navigazione oceanica su lunghe distanze.

L’Oceano 42 è effettivamente un raffinato mix capace di evocare il passato ma anche fortemente orientato al futuro di Mangusta, una nave dai grandi volumi ma con elementi che ne sottolineano la sportività, vero gene del brand. È un modello condito d’innovazione in termini concettuali, progettuali e di design, che ne hanno fatto una delle unità da diporto più ammirate dell’anno, premiata dalla critica e dal pubblico. A nostro personale giudizio fra le barche visitate ai saloni, è stata quella con maggior contenuto di originalità soprattutto per ciò che concerne gli interni.

Sul ponte principale i divani Minotti in nabuk e cuoio, si abbinano al nabuk e alla pelle che sono stati utilizzati per le finiture dei mobili, tutti custom, compresi i tavoli Bespoke, appositamente commissionati. Sui pavimenti in rovere verniciato in stile wengè, ci sono tappeti Ralph Lauren sia nel living sia nella zona pranzo, che è a pruavia, entrambi con motivi geometrici in contrasto, marrone e beige. Sono invece in Alcantara e seta grezza tutti i cielini, capaci di rendere l’ambiente caldo ma al contempo luminoso.

Anche la cabina armatoriale, sempre sul main deck, in terra ha il rovere piallato e verniciato wengè, parzialmente coperto da un tappeto in fibra di bambù color avorio sul quale sono poggiate due poltrone in nabuk e tessuto, orientate verso la balcony che apre l’ambiente al mare. Molto bello e di grandi dimensioni è il bagno en suite, dove spicca l’utilizzo di marmo Eramosa sia nella doccia sia per i pavimenti.

L’aver dato alle quattro cabine che compongono la zona notte, sul ponte inferiore, i nomi di altrettante località balneari fra le più rinomate del mondo - Saint Tropez, Bodrum, Bergama e Mauritius - se da una parte sottolinea la vocazione globe trotter della nave, dall’altra anticipa la loro diversità negli allestimenti. L’uso dei marmi è una costante per tutti i bagni, ogni volta accoppiati in maniera diversa: Thassos e Botticino; Thassos, Olimpo e Sicis a mosaico azzurro e blu cobalto; Thassos, Olimpo e Sicis a mosaico verde Therapy; Thassos con teck.

E poi ancora rubinetterie diverse – Faubourg, Onix Noir, Bamboo Cristal Clair, Bamboo Cristal Arancione – parquet delle cabine diverso – rovere piallato verniciato bianco, rovere piallato verniciato nocciola, teck con fughe bianche in legno – porte diverse - rovere naturale con inserto “silky” scamosciato, rovere naturale con inserto in pelle, rovere naturale con inserto in pelle goffrata – ecc.. Una delle poche costanti è rappresentata dalle finiture dei mobili, sempre in nabuk.

La barca può essere considerata davvero un emblema della qualità e della minuziosità che Viareggio, culla del made in Italy nautico, e Overmarine Group, settimo produttore al mondo nell’ambito delle navi da diporto, possono esprime nell’ambito delle unità più lussuose ed esclusive.

Il Mangusta Oceano 42 raccontato dal designer: Alberto Mancini

Esterni

Ho approcciato il lavoro con uno studio approfondito del marchio Mangusta, le sue caratteristiche stilistiche, la sua filosofia progettuale, iniziando a produrre sketch a mano, al fine di riepilogarne ogni punto, ogni stilema, ogni elemento caratterizzante che ha segnato la storia del brand e delle sue barche. Un lavoro lungo, complesso, che ha richiesto un enorme impegno, ma che è stato necessario per entrare nell’anima dei Mangusta, metabolizzando ogni suo aspetto. Realizzare un’unità in metallo non è come produrre una barca da stampo, ci sono delle differenze tecniche che normalmente condizionano anche il lavoro del designer. Invece, proprio l’aver scavato a fondo nella storia del marchio, l’essere riuscito a coinvolgere in questa opera di analisi e di sviluppo di nuove linee, tutte le persone che hanno partecipato alla costruzione dell’Oceano 42, anche i saldatori, ha dato modo di realizzare forme e stilemi che mantengono l’impronta dei Mangusta.

Penso che aver avuto la possibilità di disegnare tutto lo yacht, esterni e interni, sia stata fondamentale per il risultato finale, perché in termini di design e di progettazione degli spazi questo è l’approccio migliore che si possa avere per riuscire a integrarli in un solo concetto...

Una caratteristica dello yacht che ho cercato di mantenere fedele alla tradizione Mangusta è il rapporto fra la disponibilità di spazio interna e quella degli esterni, che su un open è sempre elevata. Un’equazione non semplice da risolvere su motoryacht di volume come l’Oceano 42, ma credo che il risultato, in virtù dell’ampiezza dei ponti esterni, sia più che soddisfacente.

Una caratteristica di sicuro impatto, trait d’union tra esterni e interni della barca e fra ospiti e il mare, verso la quale gli armatori hanno mostrato molto interesse e apprezzamento, è la zona poppiera dell’imbarcazione. Lì abbiamo creato una beach area che con il ribaltamento della poppa diventa molto grande, consona alle dimensioni di una barca più grande, raffinata, che è stato possibile ottenere con una scelta progettuale diversa e radicale, spostando cioè il garage per il tender all’estrema prua.

Interni

Ho cercato di dare spazialità agli interni rendendoli il più possibile ariosi, soprattutto attraverso l’uso olistico delle luci, un approccio filosofico al lighting design che ho studiato approfonditamente. L'uso della luce naturale che dai ponti esterni passa all’interno, letteralmente attraversando superfici solitamente impenetrabili, e poi quella proveniente dalle ampie vetrate presenti su tutta la barca, abbinati a installazioni di luce artificiale, posizionata in modo da irradiare sempre in maniera indiretta, è volto a dare la sensazione di ampiezza, di trovarsi a bordo di una barca più grande. Per rendere tale sensazione persistente, abbiamo posto grande attenzione anche nell’eliminare potenziali barriere architettoniche, capaci di limitare il colpo d’occhio di chi si trova a bordo.

Tantissimo dell’allestimento interno è stato realizzato su misura per questa barca, ovviamente seguendo il gusto dell’armatore ma anche la mia creatività, cui preferisco affidarmi sempre piuttosto che guardare a ciò che fanno gli altri. L’ispirazione, semmai, la cerco nel design industriale, quando si tratta di esterni soprattutto nel car design, che è l’ambito dove c’è probabilmente più ricerca e maggiore stimolo da parte dei costruttori, ma anche nell’arte, di cui sono appassionato, nella natura e in tutto ciò che vedo nei miei frequenti viaggi nel mondo… Per gli interni sull’Oceano 42 c’è stato un grandissimo lavoro di ricerca fatto dal mio studio, improntato alla ricerca di elementi di originalità non fine a se stessa, come mero esercizio stilistico, ma integrati in un contesto capace di mantenere piena vivibilità, praticità d’uso, offrendo al contempo la percezione di benessere per gli ospiti.

Negli interni di Namasté ho cercato di proporre un progetto di arredo e decor basato su un gioco di colori, con nuance talvolta in abbinamento oppure in pieno contrasto, ma anche di materiali vari che anche attraverso le lavorazioni riescono a esprimere un livello di esclusività superiore.. È una nave full custom nell’accezione letterale del termine, dove ogni elemento dell’arredo e del décor è stato pensato e realizzato appositamente per essere collocato a bordo.

Mangusta Oceano 42 raccontato dal cantiere: Francesco Frediani, direttore commerciale e marketing di Overmarine Mangusta

Il Mangusta Oceano 42 è stato per noi il punto di arrivo di una lunga fase di gestazione dell’imbarcazione, fatta di analisi, studi e armonizzazione di idee nuove, spesso originali per lo yacht design, che ha proposto Alberto Mancini. Oceano 42 è però anche la base, il punto dal quale siamo partiti per aprire Overmarine Group a un mercato che nel diporto, per noi che storicamente abbiamo sempre realizzato maxi open, non è mai stato il nostro, quello dei classici motoryacht. Direi quindi che si tratta di una barca assolutamente cruciale perché è la prima della serie Long Range, identificata appunto dal nome Oceano, ma anche la prima delle nuove costruzioni in metallo, di cui fa parte anche la linea la GranSport.

Quest’ultima, della quale abbiamo recentemente presentato il primo modello GranSport di 54 metri, al di sotto delle 500GRT di stazza e già in costruzione, si caratterizza tecnicamente per l’adozione una carena “fast displacement” capace di garantire velocità fino a 30 nodi, alla quale corrispondono linee sportive.

Oceano, invece, composta da unità di 42, 46 e 60 metri, incarna la nostra visione di barca per le lunghe navigazioni, dai grandi volumi, dislocante, capace di garantire consumi contenuti e grande autonomia. Nello specifico Oceano 42, del quale è già in costruzione la seconda unità, è una barca secondo me molto raffinata stilisticamente, dove anche i dettagli non sono mai casuali, ma è soprattutto una barca dove l’armatore e i suoi ospiti possono vivere la crociera in un contesto assolutamente vivibile. Non sempre, infatti, lusso e praticità d’uso, raffinatezza e piena godibilità degli ambienti vanno d’accordo, mentre Alberto Mancini su questa barca è riuscito a far sposare pienamente i due aspetti, come valore aggiunto del suo lavoro.

“Namasté” è un progetto “nato felice”, col proprietario già innamorato del sogno scaturito da una semplice brochure, ma anche un lavoro che dimostra chiaramente ciò che un cantiere navale affidabile, un designer ispirato e una squadra appassionata possono far crescere un’idea, partendo da pochi schizzi, fino a trasformare l’onirico in realtà.

 

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