Grandi Yacht Italia

Grandi Yacht Italia

I grandi yacht sono tornati a frequentare le nostre coste?

Editoriale

13/10/2017 - 17:50

A giudicare da quanto ci riportano i gestori di alcuni porti e da quanto abbiamo potuto sinora osservare sembra proprio di sí.

La Sardegna, che abbiamo avuto modo di monitorare più attentamente, nei mesi di luglio e agosto ha fatto registrare un importante incremento delle presenze di grandi yacht nei suoi porti e nelle sue rade. Forse le ragioni che hanno spinto i turisti di lusso a scegliere nuovamente le coste italiane sono da ricercare in una ritrovata serenitá dopo quella che noi abbiamo sempre giudicato come la dannosa "caccia alle streghe". 

Se solo si riuscisse ad affrontare questo tema senza alcuna retorica e soprattutto analizzando la ricchezza generata sul territorio dalla presenza delle navi da diporto, allora si capirebbe quanto può essere ottuso mettere in campo decisioni che la ostacolano. L'offerta turistica segue le normali leggi di mercato e se da una parte è vero che la Sardegna per dirne una, l'abbiamo solo noi, dall'altra è vero che nel solo Mediterraneo di altre coste meravigliose ce ne sono eccome, quindi, la spinta motivazionale a scegliere un luogo di vacanza con il proprio yacht invece di un altro risiede chiaramente altrove e gli anni passati ce ne hanno dato prova. Pensare che chi ha uno yacht di 50 metri non si curi dei costi non derivati dai servizi e dalla loro qualitá ma da scelte amministrative locali, è semplicemente da incompetenti di questo specifico settore industriale. Per questo quando qualche illuminato afferma "sono ricchi ed è giusto che paghino" pensando che questo produca un effetto benefico per la collettivitá ci si accappona la pelle. Grazie a chi ha pensato in questo modo lungimirante abbiamo negli anni regalato grandi affari a Spagna, Francia, Montenegro, Croazia e altri paesi che hanno saputo cogliere l'esigenza di chi possiede beni di grande lusso: godersi la vacanza, non essere vessati e soprattutto pagare per quel che si ottiene in termini di servizi e loro qualitá. 

La variazione di rotta delle presenze di grandi navi da diporto sulle nostre coste in quest’ultima stagione allora da dove proviene? Proviene da un incremento delle professionalitá coinvolte, abbattimento dei costi, offerta di servizi e atteggiamento quasi sempre consapevole che la presenza di uno yacht di 50 o 60 e più metri significa lavoro per tanta gente e ricchezza distribuita. 

Non vogliamo buttarla sull'analisi di un’ideologia resistente al cambiamento e soprattutto alla tristezza della sua stessa storia, ma sicuramente è stato anche grazie a questa se l'Italia ha perso una grande occasione per rilanciare la sua economia nautico-turistica in un momento di depressione generale, il che le avrebbe dato anche molto più valore. Ora speriamo che questo momento di spontanea ripresa non sia nuovamente rovinato da qualche scellerata decisione in direzione contraria a quelle recentemente prese proprio per il rilancio del settore, vedi l'iva turistica sui porti per esempio. Certo, sulle banchine passeggiando la sera nei porti capita ancora di sentire commenti provenienti da chi chiaramente ha un concetto tutto suo di distribuzione delle risorse, che non passa per creare occasioni d’interesse per il proprio lavoro e dunque guadagno, ma per un principio di distribuzione che altro non è se non il concetto dell’esproprio per legge della ricchezza altrui. Fino a quando non è chiaro a tutti che il mondo è cambiato e una parte di questo si è miseramente accartocciata su di sé, costringendo tutti quelli che pensano che si può produrre benessere senza fare niente a cambiare a loro volta, diventa difficile andare verso la naturale evoluzione sociale che i tempi richiedono. La crisi ha insegnato a molti che la festa è finita, c'è ancora da fare nel nostro Paese, di parassiti ce ne sono ancora tanti, ma che ci si avvii al cambiamento è inevitabile e l'Italia lo sta facendo, anche se, secondo chi scrive, non si dovrebbe cedere alla tentazione di arrivare al risultato in poco tempo senza la consapevolezza che questo comporterebbe gli effetti di una qualsiasi rivoluzione. L'esercizio della politica non è un gioco da ragazzi, anche se in qualche occasione è esercitata da chi fa credere il contrario.

Tutto questo solo per dire che il momento favorevole registrato quest'estate sulle nostre coste deve essere agevolato ulteriormente, perché l'indotto alimentato dalla presenza di questi yacht è ricchezza per tutti, anche per chi fatica a comprenderlo per questioni ideologiche. 

La nautica in Italia è un'attivitá industriale dal potenziale enorme, sia per la produzione sia per le molteplici attivitá coinvolte con il suo esercizio come i porti, le aziende che prestano servizi, assistenza tecnica etc. migliaia di lavoratori a bordo e a terra che per anni hanno visto ridursi drasticamente le loro opportunitá professionali perché l'esercizio della nautica nel nostro Paese è stato associato all'evasione, alla delinquenza e a tutto ciò che si sarebbe invece potuto imputare a ben altre attivitá addirittura protette da alcune parti politiche...pensiamo al gioco d'azzardo per esempio. 

Siamo ormai vicini al prossimo salone di Genova, appuntamento durante il quale di solito nascono confronti tra la politica e le rappresentanze delle categorie coinvolte, in particolare UCINA Confindustria Nautica. Ci auguriamo che il lavoro fatto sinora e che ha chiaramente prodotto dei risultati sia portato avanti e trovi anche nuove vie di sviluppo. 

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