Adrenalina a bordo del cat M32, il nostro video

Barca a vela

13/10/2017 - 16:35

Milano, 14 aprile - Il catamarano M32 sarà esposto da lunedì a Milano in occasione dell’evento Montenapoleone Yacht Club. Lo abbiamo “cavalcato” in una giornata ventosa e vi proponiamo il video girato a bordo per trasmettervi le sensazioni adrenaliniche che abbiamo provato.

La nostra presa di contatto con questo racer one design che si sta imponendo in molteplici circuiti di vela sportiva di alto livello, è avvenuta a Genova in una giornata di tramontana rafficata tra i 10 e i 20 nodi. Lo diciamo subito, la barca è assolutamente adrenalinica, accelera in modo spaventoso pur restando gestibile e perdonando eventuali errori. Si hanno sensazioni assimilabili a quelle di un cat da spiaggia ma moltiplicate al cubo, perché l’M32 è sì simile a un piccolo cat sportivo, ma pompato con gli steroidi. Volare seduti sulla terrazza dello scafo sopravvento facendo 15 nodi di bolina e 25 al lasco è “normale”, ma vi assicuriamo che la percezione della velocità c’è tutta, non come su taluni racer monocarena, dove il relativo comfort in planata e una certa distanza dalla superficie del mare “anestetizzano” la percezione di velocità. Merito, va detto, delle condizioni ventose in cui abbiamo navigato, ma i suoi 32 piedi di lunghezza non sono apparsi un limite rispetto ai 12 metri degli Extreme 40 sui quali ci è capitato di salire in qualche occasione.

Il Marstroem 32, questo il nome per esteso, è un progetto del 2011 degli svedesi Goran Marstroem e Kare Ljung, costruito in carbonio laminato con maestria assoluta (a garanzia del rispetto della monotipia in termini di peso e rigidità) dalla svedese Haston Harald Composite, nuova denominazione del cantiere Marstroem, specializzato nella costruzione in autoclave di alberi in carbonio (divenne famoso quello dell’America’s cupper +39 che a Valencia venne letteralmente abbattuto da Team Germany e ricostruito a tempo record dal team italiano assieme ai tecnici del cantiere svedese).

Ci si potrebbe domandare se l’M32 non sia una barca già vecchia, visto che i cat di ultima generazione sono tutti dotati di foil e di prue wave piercing. La risposta è no, e vi spieghiamo perché: il crescente successo di questo progetto con già 5 anni di vita è dovuto proprio alla facilità di conduzione della barca, intesa esattamente nella sua essenza di mezzo galleggiante e non volante.
Navigare in foiling è una modalità tutt’altro che istintiva, soprattutto per chi arriva da esperienze di barche tradizionali. Prova ne sia che campioni quali Loick Peyron o i nostri Stefano Rizzi e Giancarlo Pedote si stiano cimentando nei Moth proprio per affinare questo tipo di conduzione a vela. L’M32 vuole invece dare l’opportunità di passare ai catamarani agli appassionati di vela sportiva che si siano sinora cimentati su scafi monocarena, per quanto molto performanti. Vanno dunque lette nel senso della semplicità e sicurezza di conduzione le prue voluminose e il piano velico. Le prime servono per evitare il pitchpole, il pericoloso ingavonamento dello scafo sottovento, problema tipico dei cat. Il piano velico è formato dalla sola randa (più che sufficiente a raggiungere la velocità target) unita a un reacher rollabile per i velocissimi laschi, una vela discretamente magra perché il vento apparente non consentirebbe di mantenere una vela più grassa. La scotta randa è rinviata all’albero per restare poi sempre in mano al randista, pronto a lascare sulle raffiche da una posizione libera: a pruavia dell’albero nel corso della bolina oppure a poppavia durante il lasco. Il carrello randa semicircolare può essere gestito dal timoniere o dal tattico, l’equipaggio è di 4 o 5 elementi. Al lasco, l’asimmetrico rollato a prua si apre rapidamente, così come rapidamente si riavvolge per risalire nuovamente il vento.
Gli scafi del M32 sono dotati di daggerboard a C che generano un considerevole lift consentendo al cat di diminuire la superficie bagnata e il trascinamento di acqua.

Pur non essendo disponibili strumenti sul modello da noi provato, abbiamo avuto la sensazione che l’M32 stringa ottimamente la bolina con velocità a due cifre impensabili per un monoscafo. Al lasco il nostro Gps portatile ha registrato più di 27 nodi spinti da una raffica. Il tutto senza la necessità di particolari acrobazie o trapezi ma stando seduti sulla rete della terrazza incernierata allo scafo sopravvento. Divertimento allo stato puro!

Per le sue caratteristiche di agilità e velocità di manovra l’M32 è stato scelto come barca del World Match Racing Tour che da quest’anno ha abbandonato gli scafi tradizionali utilizzati nei suoi eventi per passare al cat sportivo. La barca viene già utilizzata da anni per una Series di successo in Scandinavia, cui si sono aggiunte quelle di Bermuda e Nord America. Siamo oggi alla vigilia della Mediterranean Series, organizzata dalla BPSE di Riccardo Simoneschi. Le date verranno confermate a giorni mentre le località sono in gran parte già definite: si comincerà a giugno nel sud della Francia, per poi passare a Riva del Garda e Crotone e chiudersi a ottobre in Spagna.

Giuliano Luzzatto
@gluzzatto

Dati tecnici
Lunghezza: 9,68 m
Larghezza: 5,54 m (incl. racks/side wings 8,35 m2)
Sup. Randa: 52 m2
Sup. Gennaker: 61 m2
Peso: 510 kg (incl. sails and min. equipment)
Altezza albero: 16,8 m

 

 

 

 

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