La darsena della Fiera di Genova durante il Salone Nautico

La darsena della Fiera di Genova durante il Salone Nautico

Il Salone Nautico di Genova 2016

Editoriale

13/10/2017 - 16:20

A quanto pare un po’ di buonsenso sembra riapparire nella politica della città di Genova e della Liguria.  Nel dilemma sul futuro di Fiera spa, nonostante alcune decisioni che lasciano perplessi circa l’uso del seafront cittadino, la sensazione di una nautica in ripresa sembra dunque aver orientato Regione e Comune a voler giocare nuovamente la carta della nautica, consentendo alla città di godere un’altra volta, anche quest’anno, dei vantaggi del Salone Nautico Internazionale. Almeno così recita la notizia riportata ieri da Il Giornale, secondo la quale Giovanni Pettorino, commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Genova, ha firmato il rinnovo della Concessione degli spazi a mare dell’area fieristica, a I Saloni Nautici, società controllata da UCINA Confindustria Nautica. Anzi, più che un impegno delle istituzioni cittadine, pare che il vero motore dell’iniziativa sia stato Giovanni Toti, il Governatore della Liguria. D’altronde, già in occasione della passata edizione del Nautico, durante la cerimonia d'inaugurazione, lo avevamo sentito difendere a spada tratta l’unico evento fieristico di rilevanza internazionale che si svolge nella regione, emblema di un’economia della nautica che nonostante tutto in Liguria è ancora fonte di attività imprenditoriali e posti di lavoro senza clamori, ma fondamentali. Come quelle cose della cui importanza, evidentemente, ci si rende conto soltanto quando stanno per venire a mancare.

La nautica da diporto negli ultimi decenni ha sostituito economicamente molti valori della marineria civile e militare, che pur erano un retaggio di vita per Genova e la Liguria. Dal 2008 il tempestoso vento della crisi è sembrato aver purtroppo spazzato ogni attività del settore, che tuttavia continua, è viva e va sostenuta senza cercare soluzioni diverse. Nel settore il nome di Genova è sinonimo di un successo che sarebbe delittuoso perdere, perché conclamato da 55 edizioni del suo Salone Nautico Internazionale, che tutti cercano invano di sostituire o imitare ma che, volenti o nolenti, stando a ciò che è accaduto nell’inverno appena trascorso, non ha alternative. Almeno fino a quando il settore della nautica produttiva continuerà a essere spaccato in due fazioni, status che lo rende non sufficientemente forte per poter progettare altri saloni nautici di pari rilevanza: né Milano né Venezia.

Il binomio Fiera di Genova-UCINA ha creato un gigante che sicuramente ha avuto i suoi difetti ed è quindi migliorabile, perfettibile, deve esserlo. Ma è ancora adesso, dopo la crisi mondiale degli ultimi sette anni, è soggetto di potenzialità eccezionali, da non perdere. Aver rinnovato la concessione solo per un anno vuol dire che, evidentemente, dovremo aspettarci altre novità per il futuro, ma il segnale circa la volontà di non depauperare il patrimonio rappresentato dal Salone Nautico, Genova e la Liguria l'hanno data.

Aspettando sviluppi, non dimentichiamo il valore delle infrastrutture genovesi. Non vorremmo si ripetesse quanto è successo qualche tempo addietro al Porto Vecchio di Trieste, dove fu compiuto un delitto contro la vita della città cementificando, pur con tanto spazio alternativo a disposizione, una darsena dell’Austria mitteleuropea solo per movimentare container.

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