II Taiwan International Boat Show

II Taiwan International Boat Show

II Taiwan International Boat Show: le nostre considerazioni

Editoriale

10/10/2017 - 17:14

Come avevamo anticipato ai nostri lettori in occasione della nostra presenza a Kaohsiung per la seconda edizione del Taiwan International Boat Show, abbiamo proposto alcuni articoli e interviste sull’evento e in particolare sulla presenza di aziende italiane.

In questo articolo vogliamo proporre invece, un’analisi che ci porta a comprendere il fenomeno taiwanese legato alla nautica da diporto e dunque, le possibilità di allacciare rapporti con aziende e istituzioni locali per proporre da una parte i prodotti del made in Italy dall’altra accordi con le imprese taiwanesi impegnate nella produzione di yacht e accessori.

Come abbiamo già avuto modo di dire sono oltre 25 le aziende taiwanesi attivamente impegnate nella produzione d’imbarcazioni da diporto e accessori specifici, inoltre, ci sono aziende impegnate nella produzione di prodotti per conto di brand molto noti o comunque nella loro diffusione su territorio locale. Per esempio, la ZF è presente a Taiwan con reparti produttivi e tecnici impegnati nell’offerta di sistemi di trasmissione e propulsione, destinati tanto al naviglio civile quanto alle aziende locali impegnate con il diporto. Ma è solo un esempio, perché a questo dobbiamo aggiungere le aziende che si sono già fatte carico di importare prodotti europei per soddisfare quella richiesta che ritengono provenire da un popolo che finora non ha avuto modo di sfogare la passione per il mare, ma che, secondo i più, ha voglia di vivere questa esperienza.

Qui dobbiamo aprire un altro capitolo, perché ne abbiamo parlato anche con i rappresentanti delle istituzioni locali e ciò che emerge è a nostro avviso molto interessante. Fino a pochi anni addietro Taiwan non rappresentava certo un luogo nel quale poter vivere il diporto nautico con disinvoltura. Le coste erano tutte monitorate dalle forze militari locali e le regole per la navigazione avrebbero scoraggiato anche il più appassionato. Risultato di questa situazione, unitamente ad altri fenomeni sociali locali, il popolo taiwanese non ha alcuna tradizione marinara legata al diporto e intende l’andare per mare unicamente come attività professionale, sia la pesca o le navi da carico o quelle militari. A tal proposito, ma solo come elemento capace di far comprendere meglio quanto stiamo affermando, vogliamo raccontarvi un piccolo aneddoto accaduto durante un’uscita in mare con uno yacht della Horizon durante i giorni di salone. A un certo punto, prima di imbarcare, tutti i giornalisti presenti sono stati radunati e sottoposti alla spiegazione delle norme di sicurezza per la navigazione. Ora, indubbiamente non fa mai male sentirsi rammentare anche le più elementari norme di sicurezza, ma quando abbiamo letto il promemoria che ci è stato consegnato abbiamo tutti pensato che stessimo per affrontare la traversata del Pacifico. Perché vi raccontiamo questo? Semplicemente perché è sintomatico di una popolazione che per mare ci va solo per scopi professionali e non ha alcuna dimestichezza con la navigazione per diporto. Si consideri poi, che abbiamo navigato per 30 minuti all’interno della zona portuale e a non più di 4 nodi.

Alla luce di questa situazione è spontaneo chiedersi perché allora in molti, a cominciare dal governo locale, investono nel diporto nautico e nelle attività turistiche e ricreative connesse con tale pratica. La risposta è molto semplice, le aziende del luogo hanno compreso che finora hanno fornito i loro mezzi a mercati sempre lontani dalla loro Taiwan, inoltre, il governo ha fatto un’analisi del potenziale economico che il turismo e le attività nautiche sono in grado di generare sul territorio. Ovvio che tutto ciò si basa su progetti a lungo termine, ma altrettanto ovvio che senza questo genere di visioni non si ottengono risultati. Per questo il governo taiwanese ha agevolato le aziende locali dal punto di vista fiscale, portando a 0% l’iva sui prodotti nautici realizzati a Taiwan e al 10% quella delle barche importate, inoltre, collabora attivamente per la creazione di porti e strutture ricettive sul territorio e altrettanto attivamente ha contribuito con il supporto dell’amministrazione di Kaohsiung alla creazione di un quartiere fieristico moderno e dotato di una marina realizzata con il concorso dell’azienda locale Horizon. Nel corso dei nostri incontri con i rappresentanti locali che stanno prestando la loro opera su Taiwan per la creazione di un bacino di utenza nautica locale in grado di generare un mercato interno sostenibile, abbiamo scoperto che per iniziativa privata sono già state create scuole vela per i più piccoli e circuiti di regate per invitare piccoli e grandi a scoprire la vela. Inoltre, aziende internazionali contribuiscono con la loro presenza a stimolare imprenditori di altri settori a collaborare per creare centri di interesse nautico con variabili come per esempio un campo da golf, una pista per competizioni con auto e moto amatoriali, piccoli aeroporti e tutto quello che in prossimità di un porto turistico rappresenta un’attrattiva per chi ha potere di spesa. Questo è un altro interessante capitolo, il potere di spesa della popolazione taiwanese, infatti, parlando con un rappresentante del governo abbiamo scoperto che in percentuale le persone in grado di affrontare l’acquisto di uno yacht sono molte, ma molte più di uno qualsiasi dei paesi europei. Questo significa che se gli intendimenti governativi e degli industriali della zona si realizzano come si sono realizzati sinora, il mercato taiwanese ha un potenziale tutto da esprimere di dimensioni sicuramente interessanti. Di questo ci ha dato conferma anche il rappresentante locale di Princess Yachts, il quale ci ha descritto questa situazione e soprattutto le potenzialità future di questo mercato. Poi però, abbiamo parlato con altri impegnati a vario titolo in quest'opera di crescita del mercato nautico e turistico-nautico taiwanese e abbiamo scoperto che c’è già chi pensa a un diporto minore rivolto a una fetta di popolazione ben più ampia.

Indubbiamente non è solo un processo industriale quello che Taiwan sta affrontando relativamente alla nautica da diporto, c’è sicuramente un lungo e complesso processo culturale nei confronti del mare che deve essere avviato e che in parte è già stato concretizzato con scuole vela e altre possibilità di avvicinamento al mare. Dunque, i tempi non saranno brevi ma i risultati li abbiamo toccati con mano durante il II Taiwan International Boat Show, quando operatori stranieri tra i quali alcuni italiani, ci hanno confermato che dopo aver avvicinato questo mercato con qualche perplessità hanno scoperto che il potenziale esiste davvero e le barche si cominciano a vendere.

Ci sono organizzazioni commerciali importanti già presenti a Taiwan con i prodotti europei e anche statunitensi e questo significa che le analisi fatte da più parti spingono a considerare l’isola come un mercato potenziale interessante. Abbiamo incontrato i rappresentanti di Azimut Yachts, che ci dicono essere anche su Taiwan il cantiere con il maggior numero di barche vendute, sebbene ci hanno precisato che si tratta di numeri ancora piccoli, ma, in crescita. Gli stessi rappresentanti di Princess ci hanno detto che anche per loro l’impegno del dealer locale significa che lui per primo intravede un potenziale da sfruttare, poi Sanlorenzo con Simpson Marine, Zar Formenti con i suoi battelli, Ranieri International che ha già venduto due barche alla sua prima apparizione al salone di Kaohsiung e ha in programma di spedirne altre tre dall’Italia, insomma, Taiwan si appresta ad affrontare un futuro che non vede più le aziende locali impegnate solo nella produzione di yacht per gli USA e l’Europa ma anche di barche destinate a un mercato domestico in crescita.

Il salone

Un evento organizzato molto bene e agevolato da una struttura di recente realizzazione e progettata per offrire sia sale per gli incontri business to business sia aree espositive molto ampie dove si possono ospitare anche yacht di grandi dimensioni. Gli spazi e la logistica sono stati gestiti in modo razionale e il risultato è stato un salone che a nostro modesto avviso per le prossime edizioni avrà bisogno di nuove aree per l’arrivo di nuovi operatori. Tra i corridoi abbiamo incontrato facce che di solito vediamo a Miami, Fort Lauderdale, Dusseldorf o Cannes, ma che non erano presenti con i loro prodotti, dunque, in esplorazione.

Abbiamo parlato anche i rappresentanti di Absolute Yachts, cantiere italiano che nell’area sta riscuotendo importanti successi commerciali e che ha affrontato anche il mercato di Taiwan con energia tanto da portare due barche di oltre 50’, di proprietà del dealer locale che confidente nel prodotto da una parte e nel suo pubblico dall’altra, si è impegnato ad acquistare. Tutti segnali di un mercato realmente emergente e con del potenziale da esprimere. Certo c’è ancora molto da fare, perché tutti lamentano ancora la scarsità di posti barca e strutture destinate a garantire ai diportisti taiwanesi quel piacere di andare per mare partendo da un luogo nel quale disporre di tutti i comfort e delle assistenze necessarie. Ma è anche vero che il processo ormai è stato avviato e noi abbiamo toccato con mano le capacità locali di portare a termine i progetti, infatti, nel 2013 eravamo stati a Kaohsiung a vedere la radura sulla quale oggi sorge l’imponente struttura del salone nautico con tanto di marina ben attrezzato, allora era solo una radura e il primo salone di Taiwan è stato inaugurato nel 2014. Le istituzioni locali credono molto nel potenziale turistico e nautico dell’isola, credono anche che il popolo taiwanese possa facilmente scoprire che andare per mare si può fare anche per piacere e non solo per dovere.

Le nostre impressioni sono raccolte in quanto abbiamo scritto sinora, crediamo anche noi che il potenziale ci sia ed è coadiuvato nella sua espressione dal supporto governativo e dagli investimenti privati e pubblici che vanno nella direzione giusta. Per adesso il salone di Taiwan è ancora biennale e crediamo sia una scelta corretta in un mercato ancora così piccolo, quindi, non ci resta che attendere la III edizione del Taiwan International Boat Show per poter apprezzare lo sviluppo nautico locale e ovviamente del suo mercato. 

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