Armatori senior in barca a vela

Armatori senior in barca a vela

Il mercato delle barche a vela, la Fornero e i supersenior

Barca a vela

09/04/2021 - 12:21

Quando penso alle barche a vela, mi vengono in mente le immagini della pubblicità: vele, vento, sole, corpi snelli e abbronzati intenti a godere l’intensità del momento. Per parecchi anni ho cercato di immedesimarmi in questa immagine, ma se prima non riuscivo mai a essere così lucido e patinato, adesso non ci tengo nemmeno. La vela da crociera, in tutta Europa, sta diventando una passione frequentata da “supersenior”.

All’inizio ero felice che questa fascia non fosse espulsa dall’attività. Trovavo questo fenomeno molto in linea con l’età liquida e altre teorie sociologiche, attraverso le quali veniamo informati che abbiamo superato i tempi in cui gli anziani dovevano leggere il giornale e criticare i più giovani al lavoro. Grazie al progresso, soprattutto dei costumi, anche a una certa età ci si può/deve sentire attivi. Fornero docet!

Adesso, però, vedendo il numero dei supersenior velisti e marinai crescere sempre, incomincio a pensare che manchi il prodotto adatto e che il marketing delle aziende sia afflitto da un grave strabismo, che mantiene lo sguardo fisso sui giovani adulti, i quali sono pochi e spesso non hanno ancora i mezzi per permettersi una barca da crociera come si deve. Forse è per questo motivo che marche che promuovono una visione camperistica della crociera a vela vanno per la maggiore, sigh! La barca che sognano i supersenior e le supersenior, che sono tante e bravissime, è comoda e non richiede particolari doti di prestanza fisica, che non significa solo avere un timone dolce e le vele avvolgibili.

Sperando che potremo arrivare alle vele servoassistite, tutta la barca va ripensata: non si riesce più a infilarsi in un gavone o nel cofano del motore o in altri pertugi riservati ai più agili per non parlare delle manovre estreme come buttare a mare tender e fuoribordo o la zattera di salvataggio senza incorrere nel colpo della “strega”. Le draglie poi sono troppo basse e tremolanti per garantire con la coperta bagnata e inclinata un buon appiglio per chi non abbia un passo da gabbiere.

C’è poi un altro elemento forse più soggettivo: il supersenior vuole l’explorer yacht perché si è stufato dei marina, non ha più un lavoro fisso e anche la famiglia è ormai instradata, per cui può pensare a un soggiorno in barca più lungo a mete più lontane e a un’andatura più calma e lenta che è poi uno degli ingredienti principi del comfort a bordo.

A pensarci bene, credo che anche la struttura della proprietà potrebbe cambiare e che una barca di questo genere potrebbe appartenere a una decina di persone, senza spogliarne personalità e prestigio, non soltanto per motivi economici, ma per avere un “pool” di aspiranti marinai più ampio e disponibile in qualsiasi momento.

Michele Ansaloni

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