Siamo tutti figli di Wally? No grazie

Siamo tutti figli di Wally? No grazie

Siamo tutti figli di Wally? L'opinione di Michele Ansaloni

Editoriale

01/04/2018 - 01:32

Siamo tutti figli di Wally? No grazie.

Stavolta non parlo di tecnica: ho sentito da più parti questa cantilena che indica le idee rivoluzionarie della Wally Yacht come generatrici dalla “nuova nautica”.

È vero che la nautica languiva per la crisi economica e queste nuove idee l’hanno risvegliata, ma se guardiamo bene questa rinata è una nautica più povera (di idee).

La nautica, a mio parere, è uno svago che prende ispirazione e stilemi da molte fonti: possiamo citare le grandi esplorazioni, i romantici pirati, i capitani coraggiosi, la guerra sul mare, le grandi regate. Tutte queste sono fonti epiche che hanno coinvolto milioni di persone attraverso i media: giornali, radio, cinema, tv e soprattutto internet. Di questi milioni di spettatori un’esigua minoranza, che a noi comunque interessa molto, decide di rendersi protagonista e arma una barca: a vela, a motore, a remi, non ha importanza. Non è una scelta economica è una specie di vocazione.

Attualmente, invece, i media, ormai organici al settore dell’auto, preferiscono non raccontare storie, ma fare genericamente riferimento a uno stile di vita dove lusso e glamour sono i componenti più in vista, tanto dell’auto non ne possiamo fare a meno. Appunto “non ci sono storie”.

Inserendo la nautica in questo humus, sicuramente si avrà una ripresa delle vendite, ma presto gli adepti della filosofia del lusso capiranno che l’auto elitaria, il golf, i resort 5 stelle, sono più comodi e glamour, mentre la barca rimane un’attività complicata che mescola momenti in cui si è al centro di una scena remunerativa e modaiola, come quando si rientra in porto la domenica sera o dopo la regata si va a cena allo yacht club, a momenti di pericolo, paura, privazione. Proprio come succedeva ai capitani di ventura rinascimentali o al comandante Aubrey in "Master and Commander".

Penso sia quindi logico inventare altre storie e mantenere vive tutte quelle vecchie, come fanno gli americani coi western. Ridurre l’andare in barca a un unico stile della breve uscita elegante con la barca a vela o motore, sportiva, col cielo blu in costume da bagno, è sbagliato e a lungo andare affosserà il settore.

Michele Ansaloni

 

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