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Motorsailer 2.0: una nuova giovinezza per queste barche

Didattica e tecnica

13/11/2017 - 14:33

Nato agli albori dello yachting, il concetto di motorsailer trova oggi applicazione nei progetti più avveniristici, nelle imbarcazioni drone.

Nell’Europa tra le guerre la crociera a vela pura è un’attività da bohemien ricchi e marinari. (consiglio di lettura: Pénélope était du voyage). In America questa attività nello stesso periodo incomincia ad affascinare vagabondi con più limitate possibilità (Harry Pidgeon). La seconda guerra mondiale congela questi fermenti. Dopo il periodo bellico, la produzione di yacht riprenderà e con l’avvento della vetroresina, attorno agli anni 60, diventerà più industrializzata. Questa industria mirerà a soddisfare le esigenze di un ceto che, molto occupato a fare soldi nell’industria diffusa, “la fabrichetta”, ha meno tempo a disposizione: “Non si può prolungare il week end, bisogna rientrare anche se il tempo non è buono e il vento è contrario. Nasce nel diporto il motorsailer.”

Philip Rhodes, Olin Sthephens e altri sono progettisti di fama che hanno nel portfolio numerosi motorsailer. Dal punto di vista dell’architettura navale non c’è molto di nuovo: uno scafo meno snello di una barca a vela, dotato di un motore potente quanto basta e di un armo ridotto è già un motorsailer, mentre invece è diverso lo spirito, il modo di andare per mare, che è meno eroico e più incentrato sulla vacanza che sulla regata. Ne sono testimonianza l’aspetto meno da sommergibile, il pozzetto dotato di cuscini e la timoneria riparata, le ampie superfici vetrate, il tender comodo e infine la cucina ampia e attrezzata.

Non dimentichiamo che il motorsailer ha alcuni punti a suo vantaggio: a vela e motore era ed è una barca a vela imbattibile in bonaccia, controvento e col vento molto incostante, a raffiche. Dal punto di vista tecnico le vele e il motore interagiscono in modo sinergico, quindi la barca, a vela e motore, va più forte e sbanda meno che solo a vela, oppure va forte uguale e consuma meno che solo a motore.

Potrebbe rinascere il motorsailer? Mi sembra di individuare un clima favorevole. Le navi a propulsione mista di tutte le marine fino al 1880 e tra loro diverse divoratrici di miglia con molte circumnavigazioni sul libro di bordo, usavano motori poco potenti e piani velici ridotti. Sarà solo coll’aumentare della potenza specifica dei motori che gli alberi verranno eliminati.

Oggi i motori elettrici, proprio come i primi diesel, sono i dotati di poca potenza/autonomia e infatti li troviamo accoppiati a vele “automatiche “ su diversi droni marini.
Gli studi sui mezzi navali telecomandati a grande autonomia fanno largo uso delle vele, ma non disdegnano il motore elettrico, mentre gli studi sui motoryacht hanno portato all’estremo la ricerca di comodità nell’andar per mare. L’incrocio di queste nuove ricerche può e deve dare vita a qualcosa di nuovo. Non sarà il vecchio motorsailer con un vestito nuovo?

Michele Ansaloni

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