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La carena per tutti: a ognuno la sua!

Didattica e tecnica

29/09/2017 - 18:43

Quinto appuntamento con Michele Ansaloni e le sue riflessioni su carene e barche a vela. Una serie di articoli che nascono dalla sua esperienza come costruttore e progettista, ma anche come surveior e tecnico di ente certificatore, attività che gli hanno dato la possibilità di acquisire una profonda conoscenza di tantissime barche prodotte negli ultimi decenni. Il titolo di questa puntata è “Ogni appassionato ha elaborato il suo modo di vivere il mare e la barca”.

Tenendo conto del fatto che la barca è un compromesso tra diverse funzioni, per aiutare il lettore a capire le carene e quindi a scegliere la barca giusta, vorrei riassumere quanto detto negli articoli precedenti.

Secondo me lo yachtsman che ama viaggiare con gli amici, un armatore non particolarmente sportivo e che vuole soprattutto stare comodo, dovrebbe scegliere un motorsailer, cioè una barca di notevole dislocamento, con degli interni comodi. Una barca che dà la possibilità di stivare viveri, acqua, carburante ed effetti personali in quantità.

Uno yacht in grado di trasportare e mettere in acqua senza fatica un grosso tender, con un piano velico ridotto ma non inutile, dotato di un motore di media potenza e di un gruppo elettrogeno, invece, di notevole potenza, capace di garantire tanta elettricità per gli usi di bordo, compresa un poco di aria condizionata. Si tratta sicuramente di una barca impegnativa, ma che può veramente essere il proprio “tappeto volante” capace di condurlo verso le destinazioni amate.

Naturalmente anche una barca a vela sufficientemente voluminosa può fare lo stesso lavoro e anch’essa, se equipaggiata con vele avvolgibili e winch elettrici, può essere governata da un equipaggio ridotto. Il motorsailer sarà più profondo di carena e con un’elica di diametro maggiore, mentre la barca a vela avrà appendici (timone e deriva) più allungate e forme più tondeggianti.

Riguardo agli slanci bisogna dire due parole: dal punto di vista idrodinamico la barca si valuta a partire dalla lunghezza al galleggiamento, ma ad esempio le vecchie e magnifiche stazze metriche erano dotate di slanci lunghi e radenti che, asciutti alle basse velocità, si bagnavano quando la barca, sbandando, prendeva il passo. Gli slanci, in pratica, allungavano la barca quando ce ne era bisogno. Gli slanci però non servono solo a questo, sono anche degli ammortizzatori che smorzano il beccheggio e consentono un passaggio più dolce sull’onda. Molte barche moderne, piatte e leggere, non dotate di ammortizzatori/slanci, risalendo un Beaufort 4 o 5 a motore o di bolina stretta, alla seconda onda presa d’impatto, rallentano violentemente da 8 a 3,5 nodi. Non si comporta così, invece, una barca pesante, stretta e con notevoli slanci.

Abbiamo parlato di stazze metriche e volevo ricordare che tutte le barche strette, basse di bordo, ben invelate e con superficie bagnata minima, vanno con un alito di vento e sono una delizia al timone, mentre con vento forte, per quanto molto sbandate, tengono la tela e sono in grado di risalire di bolina. Quindi, sebbene deludenti in poppa e austere all’interno, sono buone barche, direi: “day sailer per frati ricchi”. 

Ma veniamo al main stream: la barca da crociera sportiva. È veloce e consente medie nettamente superiori a quelle che sono capaci di offrire le barche di 20 anni fa, per le linee più tese e le appendici più efficaci. È una barca comoda perché il pozzetto e gli interni sono spaziosi ma, attenzione, va tenuta leggera e portata con determinazione, sempre invelata e con manovre rapide. Va controllata di frequente, perché attrezzatura e appendici sostengono sforzi notevolissimi, e ha una manutenzione difficile perché spesso non è prevista in fase di progettazione.

Riassumendo: 
•    day sailer: nervoso e scattante, per gli amanti della vela.
•    barca da crociera sportiva: leggera e veloce, per sportivi competenti.
•    barca da crociera “seria”: robusta e potente, per dilettanti competenti.
•    motorsailer: comodo e tranquillo, per le famiglie.
•    Salvataggio: esce quando gli altri rinforzano gli ormeggi, per marinai competenti. 

Michele Ansaloni

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