Scaldarsi in barca: la pompa di calore

Scaldarsi in barca: la pompa di calore

Scaldarsi in barca: la pompa di calore

Ecologia

13/10/2017 - 21:19

Il mare è una immensa riserva di acqua, senza la quale la nostra vita non sarebbe possibile. Ma pochi riflettono sul fatto che è anche una immensa riserva di calore, tanto è vero che le zone costiere, sfruttando questa riserva, hanno climi più miti e temperati con una escursione termica minore durante l’anno: perché l’acqua si riscalda e si raffredda molto più lentamente che la terra creando un volano termico importante.

Ebbene, come cediamo al mare calore per rinfrescarci d’estate, possiamo prendere al mare calore per riscaldarci in barca d’inverno. Proviamo a vedere come.

Nello schema in figura abbiamo indicato una interessante analogia tra il comportamento dell’acqua e quello del calore. L’acqua va sempre spontaneamente dal livello più alto a quello più basso: quando cade la pioggia, quando scende nei fiumi, quando precipita nelle cascate (freccia centrale). Nella stessa identica maniera il calore passa spontaneamente da temperature più alte a temperature più basse. Da queste “cadute” si può ricavare energia che sfortunatamente non è reversibile, ma che in parte (molto piccola) è recuperabile: attraverso le pompe.

Ci sono in una barca a motore con un minimo di abitabilità almeno cinque pompe idrauliche: per il motore la pompa dell’acqua di mare (e quella dell’acqua dolce) per il raffreddamento, la pompa dell’olio e la pompa carburante; e poi la pompa di sentina e quella per il lavello o per la doccetta e magari per il water.

Eppure quando si pensa al riscaldamento si pensa sempre a qualcosa che brucia o a qualcosa che si arroventa: è vero, sono le cose più facili ed immediate, ma comportano grossi sprechi di energia e produzione di sostanze inquinanti che devono essere smaltite all’esterno.

Una pompa di calore non è magari una fonte importante, massiccia, come una fiamma: è però inseribile senza rischi in un interno dove non diffonde sostanze inquinanti, perché non ne produce,  ed è assolutamente innocua. Mediante un processo fisico, che sarebbe complicato spiegare senza entrare in tecnicismi, una pompa di calore si avvale di due scambiatori: uno, quello più freddo, che “assorbe” le calorie; l’altro, quello più caldo, che le disperde.

Avete capito di cosa stiamo parlando?

Stiamo parlando di una “pompa di calore” che da quasi un secolo è entrata a far parte della nostra vita quotidiana e che ritroviamo in ogni casa e talvolta anche in barca: si tratta del frigorifero. Se ci pensate un frigorifero ha all’interno un serpentino molto freddo al quale il contenuto cede spontaneamente calore, e quindi si raffredda; il calore assorbito all’interno viene inviato ad una piastra radiante posteriore che è più calda dell’ambiente esterno al quale cede il calore, proprio come un termosifone.

Possiamo, con qualche piccola modifica, applicare il principio in barca: se vogliamo riscaldare l’interno possiamo, con un serpentino freddo “prendere” il calore dell’acqua di mare e mandare questo calore a riscaldare una piastra radiante all’interno della barca: certo non sarà il calore di una stufa, ma sarà certamente economico, ecologico e con un notevole risparmio di energia. Con il vantaggio che una pompa di calore è anche reversibile: potrete d’estate invertire il ciclo (mettere all’interno il serpentino freddo ed all’esterno, magari in acqua, la piastra calda) ed ottenere con lo stesso impianto anche il condizionamento.

Per fare un esempio indicativo immaginate che nella vostra cucina ci sia un vano aperto verso l’esterno (una specie di finestra senza infissi) nel quale è incastrato un frigorifero senza portiera in continuo funzionamento.

D’estate, quando fuori fa caldo, rivolgete verso fuori la parte posteriore (la piastra calda) del frigorifero ed all’interno potrete godere della piacevole frescura prodotta dal serpentino ghiacciato.

D’inverno, invece, voltate il frigorifero in modo da avere all’interno la piastra calda per sfruttare il calore che la pompa prende all’esterno, a temperatura più bassa.

Geniale,no! E’ così che funziona una pompa di calore, ed è così che possiamo prendere, per scaldarci, una infinitesima parte del calore contenuto nel mare.

Alfredo Gennaro

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