Il relitto del trimarano AD MAIORA vicino Bengasi

Il relitto del trimarano AD MAIORA vicino Bengasi

Il trimarano AD MAIORA ritrovato in Libia dopo 3 mesi

Sport

18/01/2020 - 12:53

Senza limiti, questa orribile storia che nel giorno dell’Epifania (un giorno più indicato non c’era) ha fatto ritrovare a un poliziotto libico quello che resta di AD MAIORA sulla spiaggia vicino Bengasi, in zona di guerra ed infatti è stato scambiato da qualcuno per un aereo da guerra turco!

Senza più scafi laterali, lo scafo centrale, con le traverse ridotte ormai a 4 miseri monconi, si è spiaggiato spezzando il timone, come si vede dalle macabre foto. Parte della poppa è stata portata via durante qualche burrasca lungo le oltre 600 miglia percorse alla deriva dal luogo in cui AD MAIORA si è ritirato dalla regata.

Dopo quel ritiro e prima del programmato recupero, la barca è stata presa d’assalto dagli sciacalli, che hanno portato via letteralmente TUTTO, inclusi winches, tutto il cordame e perfino il WC elettrico. Nulla più era rimasto a bordo e sono stati lasciati aperti o spaccati tutti gli oblò per farla affondare.

La barca fu avvistata e fotografata da alcuni pescatori, intorno al 6 novembre, alla deriva 12 miglia vicino Lampedusa. Lo skipper Bruno Cardile è immediatamente andato sul posto ed ha organizzato una battuta per ritrovare AD MAIORA intorno al punto segnalato, ma purtroppo senza successo.

La barca, si è poi saputo, prima dell’avvistamento era andata probabilmente a scogli sull’isolotto di Lampione distruggendo definitivamente lo scafo di sinistra. In queste pessime condizioni la barca è poi andata alla deriva per settimane incontrando burrasche con venti anche fino a 50 nodi nel canale di Sicilia.

Intorno al 20 novembre AD MAIORA è stata nuovamente avvistata a 20 miglia SO di Malta da un aereo militare maltese che ci ha inviato le foto e la posizione; la barca risultava ormai quasi irriconoscibile, aveva perso anche l’intero scafo di destra, avvistato a 10 miglia di distanza da quello centrale.

Anche in questa occasione è stata pianificata un’operazione di recupero, ma le durissime condizioni meteo in arrivo con venti ad oltre 40 nodi, hanno impedito per giorni e giorni qualunque sortita in mare. Nessun altro avvistamento è poi stato fatto fino al ritrovamento in Libia.

Certamente la barca non è stata molto fortunata a colpire quel grosso oggetto in mare a circa 16 nodi, ma l’arrivo degli sciacalli che hanno rubato tutto da bordo è stato un atto ignobile e violento da parte di delinquenti organizzati, certamente velisti.

Bruno Cardile: “Col dolore nel cuore, voglio dire che comunque è stato un grande onore e privilegio poter riportare in vita una barca leggendaria e poterla farla correre felice, ancora una volta, prima del suo addio. Adesso è il momento di guardare avanti, elaborare questo lutto e cercare altre sfide. Tutto insegna, soprattutto il dolore”

 

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