Kirsten Neuschäfer
Kirsten Neuschäfer, una dichiarazione di parità di genere
Ho voluto vincere, non come donna. Non volevo una classifica separata, ma volevo competere allo stesso livello con gli altri skipper.
Kirsten Neuschäfer, 40 anni di nazionalità sudafricana, ha scritto una nuova pagina di storia nel mondo della vela oceanica diventando, dopo 235 giorni, 5 ore, 44 minuti e 4 secondi, la prima donna a vincere una regata intorno al mondo senza scalo in solitario, nello specifico la Golden Globe Race, a bordo di barche piccole e dislocanti, costruite prima del 1988. Si tratta della seconda edizione di questa regata che vuole riproporre lo spirito della prima regata in solitario attorno al mondo, corsa tra il 1968 e il ’69 e vinta da Sir Robin Knox- Johnston che divenne il primo ad aver circumnavigato il globo senza scalo (fu la medesima regata che vide nascere il mito di Moitessier, il quale però non tagliò il traguardo preferendo invece dirigere la prua sulla Polinesia).
In un momento storico nel quale la parità di genere, nella vita quotidiana come nello sport, pone una serie di interrogativi su come raggiungerla, l’impresa di Kirsten Neuschäfer non è solo un grande successo personale, ma anche un messaggio forte e chiaro a tutti coloro che ritengono il mondo della grande vela d’altura un ambiente di élite maschile. The Ocean Race ha imposto le quote rosa, l’America’s Cup ha lanciato una Coppa riservata alle donne, Kirsten ha dimostrato che le donne possono vincere laddove non sia solo la forza fisica a fare da discriminante. Con piacere notiamo che la sua vittoria ha avuto un riscontro mediatico forse inaspettato, nelle scorse settimane abbiamo seguito la sua rotta al comando della flotta, la notizia c’era ma ne ha parlato solo una parte della stampa specializzata. Il fatto che a poche ore dal traguardo i media mainstream se ne siano occupati, sottolineando il valore dell’impresa, indica che i tempi sono maturi. Abbiamo sempre più donne impegnate assieme agli uomini, o in concorrenza ad essi, nella vela di alto livello, la rotta è stata aperta da alcune mitiche veliste – segnaliamo giusto un paio di nomi oceanici, Florence Arthaud ed Ellen MacArthur, ma la lista è molto più ampia – e la vittoria di Kirsten Neuschäfer è di fatto una dichiarazione di parità di genere.
In un’intervista rilasciata a Sail-World poco dopo la sua vittoria, ha spiegato che la sua sfida non era solo quella di vincere la regata, ma anche di farlo allo stesso livello degli altri skipper, senza dover essere inserita in una classifica separata in quanto donna. “Non ho voluto vincere come donna”, ha dichiarato, “ma come skipper competente e capace, che può reggere il confronto con gli altri skipper.”
La sfida di Kirsten Neuschäfer è stata ancora più impegnativa, visto che la Golden Globe Race prevede il ritorno alle origini della vela, senza alcun supporto tecnologico avanzato e senza alcun tipo di assistenza a bordo. I concorrenti si trovano ad affrontare le svariate condizioni meteo-marine che si possono incontrare in oceano oltre all’isolamento estremo per diversi mesi, in una prova di resistenza fisica e mentale senza precedenti.
Kirsten ha dimostrato di avere la forza e la determinazione necessarie per superare tutte le difficoltà e tornare a Les Sables d’Olonne, uno dei tre skipper a farlo, andando a firmare la vittoria dopo otto mesi di navigazione, siglata anche con il salvataggio del finlandese Tapio Lehtinen nell’Oceano Indiano. La sua vittoria è di grande ispirazione per molte donne che vogliono di poter competere allo stesso livello degli uomini in tutti i campi, anche in quelli tradizionalmente maschili.
La vittoria di Kirsten dimostra che la vela può essere uno sport indipendente dal genere, che il talento e la competenza possono superare ogni barriera di genere e portare a casa grandi successi. Un messaggio importante per tutte le giovani donne che amano la vela, e lo sport in generale, che vogliono competere ai massimi livelli, senza essere discriminate per il loro genere.
In conclusione, questa vittoria è un risultato eccezionale che va oltre al mondo della vela. È un messaggio di speranza e di emancipazione per tutte le donne. Kirsten ha dimostrato di essere una grande campionessa e una fonte di ispirazione per tutti coloro che credono nella parità di genere e nella vita.
“Sono molto felice di vedere tutta questa gente e questa straordinaria atmosfera. Di tutta la mia avventura, credo che l'arrivo qui (a Les Sables d’Olonne) con la folla, l'entusiasmo, sia stato il più memorabile. La mia barca è stata la mia compagna. Ho parlato molto con lei. Mi sono anche arrabbiata con lei, ma le voglio molto bene. È una barca veloce ed elegante, sulla quale ho lavorato molto per un anno. Ho avuto la volontà di vincere non appena mi sono iscritta alla Golden Globe Race e ho fatto tutti i miei preparativi di conseguenza. Volevo vincere, non come donna. Non volevo essere in una categoria a parte, ma competere alla pari con tutti gli skipper. Non ho pensato al futuro a lungo termine, ma piuttosto a quello che volevo fare nel prossimo futuro. Voglio fare lunghe escursioni nella natura con il mio cane per qualche mese.” Kirsten.