Roberto Neglia assieme al Presidente Mattarella

Roberto Neglia assieme al Presidente Mattarella

Natanti, approdi, fornitura di servizi: Confindustria Nautica all’attacco del palazzo

Editoriale

29/01/2020 - 16:10

Roberto Neglia è il Responsabile dei Rapporti istituzionali di Confindustria Nautica, ruolo che riveste ormai da anni. Non ama essere definito lobbista, perché, dice “spesso il termine è mal interpretato, ha un’accezione negativa”, ma a tutti gli effetti è lui il prezioso trait d’union fra la yachting industry e la sua filiera con la politica nazionale e regionale, in pratica fra le aziende e gli uomini che operano nella nautica con la politica e la burocrazia dei Palazzi, uno che parla a nome di Confindustria Nautica facendo gli interessi di tutti noi, ma anche - e spesso soprattutto - dei semplici appassionati che usano la barca.

Lo abbiamo incontrato a Dusseldorf durante il “boot”, all’inizio della scorsa settimana, proprio al momento dell’intervista rilasciataci da Piero Formenti, vice presidente di Confindustria Nautica: https://www.pressmare.it/it/comunicazione/press-mare/2020-01-22/formenti-confindustria-nautica-casa-di-tutti-25030

Avremmo voluto approfittare di quel momento per intervistare anche lui, per avere un’idea di quali fossero al momento gli ambiti e gli obiettivi della sua attività, quelli di Confindustria Nautica, ma la fitta agenda del salone nautico di Dusseldorf, aveva poi impedito di ottenerla e ne abbiamo riparlato ieri, domenica.

PressMare - Roberto Neglia, ci dice a cosa sta lavorando Confindustria Nautica?

Roberto Neglia - Per i natanti, innanzitutto, c’è un emendamento presentato al DL Milleproroghe volto chiudere definitivamente la vicenda della guida senza patente dei fuoribordo a due tempi, di potenza fino a 40 hp, ma con cilindrata maggiore di 750 CC.

PM - Una querelle che, com’è noto, va avanti da un po’ e che ha visto penalizzato un noto marchio, Evinrude

RN - Esattamente. La riforma del Codice della nautica, fra moltissime novità positive, presentava questa criticità. I motori 2T a iniezione, se di cilindrata superiore a 750 CC, si vedevano richiedere la patente anche se di potenza inferiore a 40 HP. Prima UCINA, oggi Confindustria Nautica, ha ottenuto due proroghe, nel 2018 e nel 2019, poi ha ottenuto che nel completamento della riforma (il c.d. Correttivo), il problema fosse risolto fissando definitivamente a 900 CC il nuovo limite. Il testo è stato approvato in via preliminare dal Governo, ma necessita ancora del parere definitivo del Parlamento (un semplice voto consultivo) che tarda perché tarda il parere del Consiglio di Stato. Ora c’è in pista una seconda chance, l’emendamento presentato al Milleproroghe, e dichiarato ammissibile, che se approvato contiene un testo identico.

PM - Quante persone ha colpito?

RN - Per sostenere le ragioni di chi è stato colpito da questa norma, è stato necessario realizzare diversi studi, giuridici e anche economici, come solo una forte associazione nazionale di categoria può fare. Ricordo che sono state censite 217 aziende italiane di locazione di piccoli natanti che senza le proroghe non avrebbero più potuto, da un giorno all’altro, affittare le loro unità alla abituale clientela senza patente. Oltre a queste, ci sono 5.000 privati.

PM - Sempre nel Milleproroghe c’è un’altra norma importantissima, quella volta a chiudere il contenzioso demaniale dei porti turistici.

RN - Anche in questo caso si tratta di un emendamento presentato e dichiarato ammissibile, di cui attendiamo il voto. La vicenda è notissima. Nel 2006 la finanziaria ha previsto un vertiginoso aumento dei canoni demaniali, per giunta applicato retroattivamente alla concessioni degli approdi turistici che sono dei veri e propri contratti tra il privato che li ha realizzati (e che alla fine del contrato lascerà i beni alla proprietà pubblica) e lo Stato. Tale norma è stata dichiarata illegittima in tutti i tribunali d’Italia, Civili, Corti di Appello, TAR, Consiglio di Stato e persino Corte Costituzionale (che ha sentenziato: va bene aumentare i canoni, ma non retroattivamente). Eppure Demanio e Agenzie dello stato vanno bloccando i conti correnti ed emettendo i provvedimenti di revoca delle concessioni per riscuotere le somme non dovute. Da qui la necessità di una norma urgente che stralci il contenzioso.

PM - Anche in questo caso, di cosa parliamo in termini reali?

RN - Del posto di lavoro di 2.400 persone.

PM – A proposito di demanio, poi c’è la questione delle proroghe delle concessioni.

RN - Confindustria Nautica è in prima linea, ovviamente, ma per evidenti ragioni non posso parlare di questo.

PM - Più complicata la norma sui servizi nautici.

RN - Si tratta di una terza proposta emendativa, per spostare la responsabilità fiscale per la navigazione in uso commerciale (noleggio) dal fornitore di beni e servizi all’armatore. In pratica queste unità, secondo la normativa UE, beneficiano di un determinato regime fiscale solo se effettuano un certa parte della navigazione al di fuori dalle acque territoriali. Se poi però questo non si verifica, il fisco italiano va a chiedere il conguaglio IVA a chi gli ha fornito beni e servizi e non al proprietario.

PM - Chi interessa questa norma?

RN - Tutta la filiera, perché l’attuale normativa fa sì che i nostri fornitori rischino molto e spesso preferiscono non vendere beni o fornire servizi. Che quindi vengono acquistati altrove, per esempio in Francia, dove a rispondere è l’armatore. Questo si traduce in minori soste in porti italiani, meno refitting, meno bunkeraggio, meno acquisti commerciali nel nostro Paese. I più colpiti ovviamente sono le società di servizi nautici e gli appaltatori navali.

PM - Un commento finale?

RN - Confindustria Nautica ha fatto la sua parte, ora tocca alla politica.

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